France and England, i.e. the two European states equipped with atomic weapons, intend to defend Ukraine even though an unsustainable escalation of the conflict is on the horizon. From London, Foreign Minister Cameron announced that the United Kingdom considers it is opportune to use weapons in favour of Kiev, no matter if they were to be used to strike Russian territory. French President Macron has gone much further. He assumed that the presence of non-Ukrainian soldiers on the battlefield cannot be ruled out, that’s because Moscow violated international law by attacking the territory of Ukraine.
United States are close to the presidential elections, so it increasingly reduces its support for Kiev, also because it is engaged in other wars. Although NATO remains in charge of Western and Central Europe, some painful considerations arise. President Macron did not speak on behalf of the EU and this means that one of the Union’s founding states is pursuing an autonomous foreign policy. In other words, the idea of political and military integration of the EU falls. The 27 certainly didn’t need to see this fragmentation highlighted.
An escalation is feared
The raising of the tone in London and Paris comes at a time when the advance of the Russian army on the entire fighting front can no longer be denied. As spring approaches, analysts believe that the situation for the Ukrainian forces will worsen more than likely. A possible breakthrough of the front would be a prelude to unpredictable scenarios. But what appears perhaps even more serious is the failure of the Western plan to fight Russia with a bombardment of sanctions to destabilize its economy, but this however failed.
Many states did not accept Washington’s request to isolate the Kremlin, even though Putin was able to take advantage of the declared support of Iran, with thousands of drones, of North Korea, and the hidden support – but known to the spy services – of China and India reveals an objective gap between the major powers of the globe.
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Francia e Inghilterra, cioè i due Stati europei dotati di armi atomiche, intendono difendere l’Ucraina anche se ciò comporterà un’insostenibile escalation del conflitto. Da Londra il Ministro degli Esteri Cameron fa sapere che il Regno Unito considera legittimo l’uso delle armi fornite a Kiev anche se dovessero essere adoperate per colpire il territorio russo. Molto più avanti si è spinto il Presidente francese Macron. Ha dichiarato che la presenza di militari non ucraini sul campo di battaglia non è da escludere, dal momento che Mosca ha violato il diritto internazionale aggredendo il territorio dell’Ucraina.
Ciò accade mentre gli Stati Uniti, vicini alle elezioni presidenziali, riducono sempre di più il loro appoggio a Kiev, essendo impegnati in altri teatri di guerra. Benché la NATO resti a presidiare l’Europa occidentale e centrale, si impongono alcune dolenti considerazioni. Il Presidente Macron non ha parlato a nome dell’Ue e ciò significa che uno degli Stati fondatori dell’Unione porta avanti una politica estera autonoma rispetto a Bruxelles. In altre parole l’idea di un’integrazione politica e militare dell’Ue resta nel mondo del futuribile. E i 27 non avevano sicuramente bisogno di vedere rimarcata questa frammentazione.
Si aggrava la situazione, si teme una escalation
L’innalzamento dei toni di Londra e Parigi arriva in un momento in cui l’avanzata dell’armata russa su tutto il fronte dei combattimenti non può essere più negata. Con l’avvicinarsi della primavera gli analisti ritengono più che probabile l’aggravamento della situazione per le forze ucraine. Un eventuale sfondamento del fronte preluderebbe a scenari imprevedibili. Ma ciò che appare forse ancora più grave è il fallimento del piano occidentale di combattere la Russia con un bombardamento di sanzioni che però non è riuscito a destabilizzarne l’economia.
Molti Stati non hanno accolto la sollecitazione di Washington a isolare il Cremlino, che ha potuto mettere in gioco le enormi risorse energetiche di cui dispone e che esporta. Il fatto che Putin abbia potuto usufruire del dichiarato sostegno dell’Iran, con migliaia di droni, della Corea del Nord, e quello occulto – ma noto ai servizi di spionaggio – della Cina e dell’India denuncia una divaricazione oggettiva fra le maggiori potenze del globo.