Tutto nasce da un errore
Vi propongo una argomentazione: l’occidente e la sua cultura nascono da un errore che lo costringe ad un continuo errare (qualcuno forse in questo errare avvertirà una qualche allusione). Strano errore perché è proprio questo che ha reso l’occidente potentissimo al punto da occupare di sé l’orbe terraqueo. L’errore sta nel separare l’ente dall’Essere rendendo così a sua volta l’Essere un ente (credo che l’allusione stia diventando evidente). Questo è umanismo, meglio humanismus.
Oblio e tecnica
Si impone così l’oblio dell’Essere caratterizzato dallo sfruttamento della natura “sempre più ingegnoso e arbitrariamente calcolante” (la citazione forse scopre l’allusione: sto rincorrendo e imitando l’inimitabile Heidegger). Umanismo, il primato dell’umano: non solo colpa ma immane e potentissimo peccato di orgoglio. Questo è nel dominio della tecnica che non solo produce e alimenta l’oblio ma progressivamente (ah ah, la Storia!) fagocita l’uomo stesso. Amen! Nell’oblio dell’Essere l’uomo domina ed è dominato, carnefice e nel contempo vittima, anche se quell’uomo dovrebbe essere per Heidegger solo pastore dell’Essere.
Il demone dei demoni
Bene! Sulla base di questa argomentazione la tecnica è inevitabilmente il demone dei demoni che si mangia l’orgoglio di ogni umanismo e l’emergere della cibernetica e del digitale non può che rappresentare la vittoria definitiva della tecnica per la tecnica e così: “Solo un dio può salvarci”. Chi lo ha detto? Ovviamente Heidegger nella sua ultima e definitiva intervista a Der Spiegel nel 23 settembre 1966. Ovviamente io non la penso così.
Umanesimo e digitale
Direi che solo noi possiamo salvarci; direi che l’umanismo (che ha sì qualcosa a che vedere