Le periferie urbane hanno spesso due facce che esprimono una grande varietà di tensioni. Da una parte, fenomeni emergenti e spinte allo sviluppo verso la crescita delle città; dall’altra, reazioni e risposte a condizioni di marginalità e degrado sociale. Si tratta, quindi, di tensioni verso il futuro, ma che nello stesso tempo possono degenerare in conflitto. Occuparsi delle periferie delle città europee può fornire spunti interessanti che aiutano a comprendere la complessità dell’intera Unione Europea.
Un possibile approccio è mirato alle politiche sociali locali costituite per la governance di queste aree “marginali”. In questo modo si può avere un quadro dell’Europa relativo alle difficoltà attuali e alle sfide future. Avremmo inoltre un’idea più chiara circa la percezione di questo stato delle cose da parte delle Istituzioni. Ovviamente, queste realtà presentano caratteri e possibilità di soluzioni diverse a seconda dell’area geografica.
A Lisbona, per esempio, l’attenzione è posta sull’emergenza abitativa che tocca le fasce più vulnerabili della popolazione e sulla necessità di riabilitare edifici abbandonati e spazi pubblici. Conseguentemente, è opportuno ravvivare il tessuto sociale affrontando i problemi dell’integrazione. Nelle banlieue di Parigi si punta allo sviluppo basato sulla formazione e l’educazione, sia con il supporto di operatori sociali, sia favorendo l’attività delle associazioni. Si cerca, inoltre, di promuovere l’integrazione e la multiculturalità, predisponendo anche supporti finanziari per tamponare il problema abitativo e promuovere una maggiore mobilità dei lavoratori.
La promozione di socialità, cittadinanza attiva e coesione è prioritaria anche nell’hinterland di Milano. Nel capoluogo lombardo si pone attenzione all’inclusione multiculturale e alla valorizzazione di spazi pubblici, anche attraverso proposte culturali e sportive. Connessi con questi temi sono quelli relativi al supporto per i disoccupati, alla promozione della sostenibilità ambientale e all’emergente questione del diritto al cibo. Anche Londra presenta zone suburbane di grande deprivazione ed esclusione, emergenza abitativa, scarsità di trasporti pubblici. Questo, nonostante alcune aree periferiche siano considerate quartieri residenziali per benestanti. Non a caso, queste aree sono considerate rilevanti per la crescita demografica, oltre che economica, della metropoli.
Resta il fatto che spesso nella periferia delle città europee premono problematiche rilevanti ed emergenti. E va da sé che galoppa il bisogno di inclusione sociale e di lavoro e che un progetto per l’Europa incentrato sulle periferie, deve essere articolato e impegnato nelle peculiarità dei singoli territori.