Lo scenario bancario a Milano
Milano è il principale centro bancario italiano. Le prime tre banche italiane, Unicredit, Intesa San Paolo e Mediobanca, hanno qui la sede legale. A Milano sta la più ricca fondazione bancaria italiana: Fondazione Cariplo.
Il lavoro in banca per lungo tempo è stato un bastione della classe media. Rispettabilità, sicurezza del lavoro e stipendio lo facevano un ambito posizionamento sociale.
Lo scenario post crisi 2008/2011
Dalla crisi del 2008/2011 tutto è cambiato. Processi di fusioni tra banche, riduzioni del personale e bilanci in difficoltà hanno imposto tagli sempre più severi. La tecnologia ha incominciato a impossessarsi dell’organizzazione bancaria. La ristrutturazione del settore dovrebbe ridurre l’occupazione della metà. Un po’ come è già capitato al settore chimico negli ottanta e novanta e al settore auto dopo il duemila.
Lo scenario post Covid
Per Milano è un problema che si aggiunge in modo drammatico al dopo Covid.
Da una parte una riduzione massiccia di addetti bancari, dall’altra l’uso esasperato di tutto quello che il “Fintech” mette a disposizione.
Il lavoro in smart working
Lo smart working è solo una delle tante soluzioni che dovrebbero migliorare la produttività e quindi alla fine mettere a posto i bilanci bancari. L’introduzione massiccia della tecnologia ha provocato con il pensionamento anticipato dei dipendenti la fine annunciata di uno dei posti di lavoro tipici della classe media. Il processo è stato silenzioso. Vendute le sedi centrali, ridotte le agenzie e aggiornate nel design degli ambienti per il cambiamento di rapporto con il correntista.
Il depauperamento della classe media
La rinascita è stata complessa e molto il Comune di Milano ha dovuto dare in termini di permessi urbanistici. Le circostanze hanno obbligato alla flessibilità. La classe media milanese si è ritirata in buon ordine da una delle sue roccaforti. Ha sperimentato e sperimenterà un’estraneazione radicale nei prossimi anni con il completamento di questa rivoluzione bancaria. La ridefinizione e ridimensionamento occupazionale di un settore così importante per l’economia di Milano preoccupa il sindaco Sala.
I settori dell’abbigliamento e dei beni di lusso
Purtroppo anche in altri settori si affacciano politiche di ristrutturazione che inquietano. Il pensiero delle forze politiche cittadine corre al settore dell’abbigliamento e beni di lusso.
Lynda Tyler, il guru di questi settori, dice: ”L’online che oggi rappresenta il 40% dei ricavi deve salire al 70%. I grandi negozi non hanno più ragione di esistere: Gucci fa il 70% del fatturato americano online. Faremo una revisione di tutta la rete mondiale”. In fin dei conti non è molto diverso da quello che sta accadendo al settore bancario, ma è un altro fronte che si apre per l’occupazione così come la conoscevamo.