Alla riapertura del sistema scolastico milanese manca pochissimo tempo.
Una previsione è certa: per metà settembre, data di inizio del nuovo anno, ritardi e inadeguatezze saranno del tutto evidenti. Il Sindaco Sala si sta impegnando allo stremo ma le concrete possibilità di un inizio fluido sono nulle. Nessun sindaco sopravvive a mamme in rivolta per la mancata riapertura delle scuole. Il sistema scolastico milanese si è sviluppato in tre distinte entità per nulla comunicanti. Le differenze appariranno in modo drammatico generando forti tensioni.
Ritorno a scuola (privata o religiosa)
Il primo gruppo è formato dalle scuole straniere, da quella tedesca, francese, ai molti istituti che seguono il modello inglese. Sono scuole private molto gettonate e anche molto costose, frequentate dai figli delle elite sociali e lavorative della città. Il costo varia dai venti ai trentamila euro per anno scolastico e problemi per adeguamenti post Covid non si presentano. Sono l’emblema della società cosmopolita, meno della meritocrazia.
Il secondo gruppo molto consistente è rappresentato dagli istituti religiosi quasi esclusivamente cattolici. Il lavoro di modernizzazione degli edifici è stato imponente, trasformandoli in modo funzionale e adeguandoli alla didattica. Dispongono di spazi per attività sportive e sociali ma sono sovraffollati, con classi quasi sempre intorno ai trenta allievi. Figurano nelle classifiche dei migliori istituti ma distaccati, eccetto pochi, dalle scuole superiori pubbliche. Il loro costo varia dai dieci ai ventimila euro. Parte di queste quote di iscrizione possono venire detratte nelle dichiarazioni fiscali. Questo sistema è già strapieno in ogni ordine e grado dagli asili e scuole elementari su fino ai licei e istituti professionali. Il loro referente è la classe media tradizionale spesso delusa dal funzionamento della scuola pubblica.
Ritorno a scuola (pubblica)
Infine il grande gruppo degli istituti pubblici/statali. La situazione è preoccupante, sia perché buona parte degli edifici necessitano di urgenti e imponenti opere di modernizzazione, sia perché con le regole post Covid sul distanziamento, tra un terzo e un quarto degli allievi non troveranno posto, a meno di complesse turnazioni sull’arco di tutta la giornata. Le scuole pubbliche sono anche quelle che, offrendo un’educazione gratuita, presentano lo spettro sociale più variegato, dai figli degli immigrati di prima generazione alla classe media. Per ogni ordine e grado sono note inadeguatezze ed eccellenze della scuola pubblica milanese. Dagli asili nido mancanti fino alla mancanza di preparazione per l’e-learning alle superiori. Mancano le connessioni con la rete.
L’agenda in questo settore del Sindaco Sala farebbe tremare i polsi a qualsiasi amministratore pubblico. Si aggiunge la difficoltà che ormai il sistema scolastico milanese assomiglia a quello di molte capitali europee. Le divisioni per classi sociali sono diventate nette, le interazioni tra i pezzi del sistema si sono azzerate, la meritocrazia si è svuotata di significato, viste le abissali differenze nelle strutture. Le immagini del progetto del nuovo edificio dell’International School in via Ortles sono un segnale chiaro. È una scuola privata che non ha nulla da invidiare a un Grand hotel a cinque stelle.