Giovanissime, povere e discriminate

Nella foto: giovani ragazze sedute per terra di fronte a molte biciclette.
Nella foto: "Girls School" by Eric Vernier, is licenced under CC BY-SA 2.0. Credits: Creative Commons
La pandemia e la povertà colpiscono le bambine

Se non fosse l’UNESCO con la sua autorevolezza a dircelo, faremmo fatica a crederci. A causa della pandemia di Covid, 767 milioni di bambine e ragazze povere – su un totale complessivo di 1 miliardo e 500 mila studenti – sono state costrette ad abbandonare la scuola. 11 milioni rischiano di non tornarci più (terredeshommes.it, 14/09/2020), perché prevedibilmente le famiglie impoverite le avvieranno al lavoro dei campi o al matrimonio precoce. Se così fosse, bisogna dire chiaramente che la società civile sta per subire un durissimo colpo, nell’ambito degli sforzi profusi negli ultimi 25 anni per l’emancipazione di genere. Nei Paesi in via di sviluppo, soprattutto per le bambine, la scuola rappresenta un punto di riferimento per le loro richieste di aiuto e protezione da eventuali vessazioni e violenze familiari. Se si considera che in Kenya le scuole resteranno chiuse per tutto l’anno, si può avere un’idea del dissesto sociale che la pandemia indirettamente provoca.

Le mutilazioni genitali femminili

Come se ciò non bastasse l’interruzione forzata dei programmi di contrasto ai matrimoni precoci permette alle famiglie di sottoporre le bambine alla crudele pratica della mutilazione genitale, che normalmente i controlli medici scolastici combattono efficacemente. Per avere un’idea delle dimensioni del fenomeno in Somalia il 98% delle donne ha subito tale amputazione. Purtroppo si prevedono due milioni di mutilazioni nei prossimi dieci anni. Per di più la difficoltà di rifornimento di contraccettivi potrebbe avere come conseguenza sia una crescita di gravidanze precoci, sia il contagio di malattie che si trasmettono con i rapporti sessuali. L’associazione Marie Stop International ha previsto la possibilità di più di due milioni di aborti, undicimila decessi a causa del parto e 3 milioni di gravidanze indesiderate.

Malnutrite e discriminate

A tutto ciò si aggiungono tradizionali discriminazioni di genere che non sono ancora state sradicate, soprattutto nei Paesi subsahariani. In caso di crisi alimentare la malnutrizione colpisce soprattutto le bambine e le ragazze. I ragazzi normalmente ricevono un’assistenza sanitaria migliore rispetto alle coetanee malate. Le mamme sanno che devono allattare al seno più a lungo possibile i bambini, mentre le bambine ne vengono private con un certo anticipo. Ciò è dovuto alla speranza delle donne che hanno avuto una figlia femmina di poter generare quanto prima possibile un figlio maschio. E siccome l’allattamento al seno riduce le possibilità di gravidanza, è socialmente accettato che le bimbe lo interrompano al più presto. Secondo uno studio citato dal Rapporto del 2020 di Save the Children fino a quarantacinquemila bambine muoiono nell’Africa subsahariana ogni anno per carenza di allattamento al seno.

 

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