In attesa dei suggerimenti di Colao e al di là dei conflitti tra amministrazione centrale e periferica sulla fine del lockdown, si fanno largo alcune certezze. La mobilità non sarà più quella di prima. In primo piano ci saranno piste ciclabili di ogni tipo, poi la corsa a procurarsi motorini, biciclette, tricicli e minicar elettriche.
La diffidenza verso i trasporti collettivi pubblici o privati sarà prevalente almeno per un paio di anni fino al tanto atteso vaccino. Nel frattempo potranno trasportare solo un terzo dei passeggeri che ne facevano uso in passato. Nei modelli di lavoro ci sarà una crescita esponenziale del cosiddetto lavoro agile.
Il settore dell’Education, di cui Milano è la capitale italiana, userà sempre di più l’insegnamento a distanza. Agli edifici alti ad alta densità abitativa si preferiranno quelli che permettono il distanziamento. I Campus dei grandi gruppi del settore tecnologico, Facebook o Alphabet nella Sylicon Valley, possono essere un buon modello.
All’inizio di una recessione imprevista, Milano, con una disoccupazione salita del 15% e con un congelamento quasi completo degli investimenti esteri, si trova di fronte a un’occasione da cogliere: terreni edificabili in eccesso. Costeranno anche meno perché molte operazioni immobiliari perderanno di senso.
Il Comune di Milano come regolatore potrà intervenire. L’area metropolitana di Milano, organizzata ormai in un’entità multipolare può scegliere un modello a minor densità, più aperto, intersecato da corridoi naturali che non devono per forza essere parchi sul tipo di quelli ottocenteschi. È una straordinaria occasione per cambiare rotta.
Pensiamo alla rinaturalizzazione dei corsi d’acqua ma anche a tutte quelle aree in attesa di edifici a uso terziario progettate secondo un modello troppo denso e che hanno perso ragione economica a causa di una recessione drammatica. Ci sarà veramente ancora bisogno di questi edifici?
Le transazioni nel settore immobiliare sono crollate. Non sappiamo ancora quanti dei progetti in fase non ancora operativa continueranno. Una cartina tornasole sarà l’area dell’ex scalo ferroviario di Porta Romana. La gara per aggiudicarsi la costruzione del villaggio per le Olimpiadi del 2026 deve tenersi tra poco, entro la fine di giugno. Per il Pirellino c’era stata un’asta molto tirata con un’aggiudicazione finale di 183 miliardi di cui forse ora i vincitori si rammaricano.
Il Corriere della Sera ci rassicura con le parole di Milena Gabbanelli: «Ricordiamo che la Lombardia è la regione più ricca d’Europa e che Milano è piena di eccellenze …». Forse tenendo conto anche del bilancio ambientale questo giudizio è meno vero.
Valgano le fotografie aeree di Milano pubblicate dal Financial Times in data 15 aprile. Scopriremmo che la Lombardia è l’area più inquinata d’Europa. Il Covid scoppia tra Piacenza e Bergamo forse aiutato anche dall’inquinamento. Siamo nell’area della logistica più importante d’Italia, caratterizzata da ritmi di lavoro esasperati, stipendi molto modesti e noncuranza sui temi ambientali.