Longevità. Alcuni la desiderano ardentemente, altri, al contrario, la rifuggono. Le ultime statistiche (2019) indicano una speranza di vita di 75 anni per gli uomini europei, 82 per le donne. Tuttavia, alcuni credono che l’essere umano un tempo potesse vivere molto più a lungo, fino a centinaia di anni. Se uno dovesse credere all’Antico Testamento Adamo e Noè sarebbero vissuti oltre 900 anni, mentre Abramo e Mosé vissero fino a più di cent’anni. In un certo senso, possiamo vedere il caso, più recente e forse meglio documentato, della monaca italiana Scolastica Oliveri, che visse fino a 130 anni.
La ricerca di “eterna bellezza”, o per lo meno di qualcosa che le assomigli, è quasi innata in molte persone in tutto il mondo. Non c’è da meravigliarsi, di conseguenza, se il valore dell’industria cosmetica sia stimato nell’ordine di 532 miliardi di dollari, secondo Business Insider, e stia crescendo vertiginosamente.
Già pubblicata sulla rivista Call Reports, una ricerca condotta dal team di Jainfeng Lan (Buck Institute for Research on Aging, MDI Biological Laboratory) aveva dimostrato che, alterando due sequenze metaboliche del Caenorhabditis elegans, una particolare specie di verme minuscolo, la sua durata di vita era stata allungata di 5 volte. Se riuscissimo a compiere con successo questa stessa operazione sul genere umano, la speranza di vita media in Europa si allungherebbe fino a 375 anni per gli uomini e 410 per le donne. Questo studio è riassunto accuratamente in un articolo uscito su Science Daily a gennaio 2020.
Un tale risultato emerso dallo studio è una grande sorpresa, e motivo di eccitazione, per il mondo scientifico, così come deve essere stato per i ricercatori impegnati in prima persona nella scoperta. Si sapeva che quelle due sequenze metaboliche avrebbero allungato la speranza di vita del verme rispettivamente del 100% e del 30%. L’ipotesi era la seguente: se entrambe le sequenze fossero state alterate simultaneamente, secondo logica, il verme avrebbe raggiunto un’aspettativa del 130% più lunga rispetto al suo normale periodo di vita. Quando è stato chiaro che il verme era riuscito a vivere 5 volte più a lungo, la consapevolezza della complessità dei processi di invecchiamento è divenuta realtà.
Sia gli essere umani che il verme C. elegans condividono le stesse sequenze che riguardano l’invecchiamento, e per questo motivo i vermi sono gli organismi modello fondamentali di questo tipo di ricerca. Una “cura” contro l’invecchiamento attraverso l’azione mirata su diverse sequenze metaboliche sembra avere senso per il mondo medico al giorno d’oggi, poiché la medicina moderna si sta già spingendo verso l’efficacia della Politerapia. Di per sé il primo trattamento medico anti invecchiamento non sembra così inverosimile.
La domanda è: volete vivere fino a 400 anni?