A Prato, la città dove un terzo dei giovani è cinese e che registra la maggiore comunità cinese in Italia, si apre una Biblioteca cinese. La “biblioteca città di Prato” nasce in seguito a rapporti di scambio culturale che si sono tenuti tra le principali associazioni cinesi di Prato e il Dipartimento per la cultura della città di Wenzhou, Zhejiang. Lo spazio che ospita la biblioteca nel cuore della Chinatown pratese ha un significato speciale per la città, in quanto era sede di un lanificio storico, chiamato Rosalinda. Il grande magazzino è stato finemente ristrutturato e per sua natura costituisce una esempio della volontà di integrazione della nuova generazione cinese. Le pubblicazioni riguardano la geografia, la storia, la società, la letteratura e l’arte cinese. Una sezione è interamente dedicata ai libri per bambini, fiabe tradizionali e moderne, materiale didattico e creativo di difficile reperimento in Italia. Il presidente della provincia di Prato, Dott. Francesco Puggelli, accompagnato dai presidenti delle associazioni cinesi è in viaggio in Cina e incontrerà il sindaco di Wenzhou per trattare di una sua prossima visita a Prato, in occasione della quale si terrà l’apertura della biblioteca. Le dinastie cinesi sono accomunate dal culto e dalla proliferazione delle biblioteche. ” Nel X secolo la biblioteca della dinastia Tang contava 80.000 volumi, mentre la biblioteca più grande dell’Europa settentrionale, nel monastero di San Gallo in Svizzera, ne aveva appena 800.” (Parag Khanna, ed. Fazi Roma 2019. pag. 104)
Sarà l’ennesimo segno della colonizzazione lenta ma inesorabile a cui siamo sottoposti dalla maggiore potenza mondiale? O è fondamentale che ci sia una biblioteca dove i giovani possano andare a leggere i libri nella loro lingua? C’è un ricchissimo reparto di libri per l’infanzia che fa pensare che i piccoli della zona avranno di che imparare giocando a colorare alberi e animali.
L’inaugurazione è avvenuta lo scorso dicembre e, in occasione della celebrazione del 70° anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, è stata inaugurata la mostra Amore e solitudine nel passato-presente della Cina a cura di Vittoria Biasi, nata dalla volontà di approfondire il dialogo e la conoscenza tra la cultura cinese e quella italiana. L’iniziativa nasce grazie alla Biblioteca Città di Prato, la galleria I.S. Arte, l’accademia di Belle Arti e vuole condividere e sostenere la nuova “Belt & Road”, la nuova via della seta, come sottolineato dalle varie autorità che hanno preso la parola riferendosi al presidenti Xi Jin Ping. Prato è stata un centro importante per il settore tessile e continua a esserlo. La mostra ospita artisti cinesi e occidentali. Si sa che da tempo c’è una feconda osmosi tra arte occidentale e orientale. Dall’Ottocento fino al momento magico in cui l’arte concettuale ha attinto al pensiero zen la propensione alla riflessione, alla meditazione, all’armonia universale, questa è continuata senza sosta e la ritroviamo negli artisti presenti in mostra. Quelli cinesi tenendo fede alla loro tradizione e gli italiani partendo dalle esperienze concettuali di cui è testimone in questa mostra l’opera di Luigi Di Sarro, personalità importante nei decenni Sessanta e Settanta, centrali per lo sviluppo delle poetiche contemporanee.
Fan Yue, Xiang Qinggang, Liu Xing si sono specializzati nell’Accademia di belle arti di Firenze e sono più vicini al sentire occidentale. Il “Fazzoletto rosso” di Qinggang Xiang di cui Vittoria Biasi ha curato recentemente la mostra Il principio del tempo alla Galleria La Nuova Pesa di Roma si rifà alla divisa degli alunni cinesi, alla rivoluzione Maoista, insomma alla storia, ma subito, anche qua, si torna a una natura ideale con i due lembi finali che hanno la forma di un bocciolo di fiore di loto, rivolto verso il basso. Fan Yue con “Sciame” pone la Cina come motore principale del mondo. un globo ricoperto da cupole distribuite lungo meridiani e paralleli. “Un servizio GPRS (General Packet Radio Service) trasmette dati suddivisi a pacchetto. L’opera “Apsaras”, di Liu Xing è composta da sei sculture bianche in ceramica, modellate con la forma dei profili dei monti, abitati dalle Apsaras, le dee minori della mitologia indiana, nate dall’Oceano Cosmico di latte. si rifà quindi a un passato mitico, aureo, alle risorse della mitologia, a momenti di bellezza ideale.
I pittori cinesi Chen Aijun, Guo Jianguo, Hua Chaofeng, Hua Yan, Lu Xun, Ma Yong, Qiao Zhanxiong, Wu Hao, Xu Guangju, Zhang Laiyou, Zhao Yingxu, provenienti da varie parti della Cina, sono artisti calligrafi, docenti di pittura nelle accademie di belle arti.
Con l’opera di Wu Hao, Porta ricchezza《招财》2019, Seta/inchiostro, H. 50cm/Pittura su ventaglio, abbiamo un oggetto tradizionale come il ventaglio da cui si affacciano volti inquietanti, volti del presente un pò fumetti e un pò maschere teatrali. Con la pittura di Lu Xun, ci trasferiamo dal teatro alla favola. Siamo sempre sulla superficie di un ventaglio di corte denominato Gong Shan, e ne L’interessante estate del lago《夏塘清趣》2019, Seta/inchiostro, H. 50 cm/ Pittura su ventaglio dal nulla compaiono tra fili d’erba due libellule leggere come l’aria che fa il ventaglio o il loro battito d’ali. Troviamo la stessa leggerezza nell’opera di Ma Yong nei nodi dello stelo di bambù di Esplorazione delle cose N.6《格物系 列 6》2019, carta di riso/inchiostro, 68cm x 44cm