Nessuna novità. L’uomo ha sempre prodotto la cosa attiva, da usare, e la cosa passiva che non serve, di cui liberarsi. Di nuovo c’è la planeterizzazione assieme al fatto che le scorie per la prima volta sono terribilmente pericolose. Il locale è stato sorpassato anche in questo. Ma, in ogni caso, esso resta l’unica risorsa per la rigenerazione di qualunque cosa, fisica, materiale, morale. Senonché questa spinta ideale e pratica non può chiudere gli occhi davanti ai nuovi “dati immediati della coscienza” che farebbero ri-morire Henri Bergson. Il fatto è che, come accade con la coscienza, non la vediamo la discarica micidiale, ma essa esiste prepotentemente. Le scorie velenose, il brutto, lo sporco micidiale sono sotto i nostri piedi, sopra la nostra testa, ad altezza d’uomo. Ma non li vediamo. Ed è quotidiana la lotta impari tra le zone ricche e le zone povere, destinatarie designate, quelle che adesso vivono l’ennesimo scacco. Ed è subito sera, come dice Quasimodo.