Un Nobel non si nega a nessuno, se due meglio

nella foto si vede il Presidente degli Usa Donald Trump con due ali d'angelo che scrive su un foglio bianco con una piuma
dipinto di Jordi Altarriba

Per l’occasione, lui compra un vestito nero assai speciale. Il suo cerimoniere lo costringe a un training accelerato sui riti, e lui impara prontamente. Ha già abbozzato il discorso. Di solito improvvisa ma, trattandosi di circostanza di rara importanza, almeno una piccola traccia è meglio averla.  Sennonché…tutto da rifare.  Che il vestito sia nero, va bene, ma occorre cambiare il modello. Quello appena acquistato non è adatto per la nuova improvvisa situazione che improvvisamente gli balena in mente, per la quale si conviene un vestito un po’ sbarazzino, libertario, quanto meno un tantino meno serioso. Perché lui improvvisamente ha deciso di essere un creativo e il vero creativo tende ad essere poco convenzionale.  

Che idea! Cose che solo a lui possono succedere. Sentendosi già col Nobel per la Pace in tasca (et pour cause: è il Presidente degli Usa e soprattutto non  ha dubbi che se lo merita), che fa Trump? Pubblica in quattro e quattr’otto un romanzo immediatamente coronato da successo (ovviamente).  

Ed eccolo al secondo step. Essendo un miliardario e il Presidente degli Usa, telefona ai responsabili del Nobel. Insiste e ottiene di essere premiato per la Letteratura e non per la Pace. Certo, per la Pace lo merita – fa presente ai suoi interlocutori – per avere minimizzato la portata della pandemia e lasciato un po’ di tranquillità al popolo americano, ma resta il fatto che quel Premio è già stato attribuito al suo predecessore che peraltro non è un suo amico.

 

Ed ecco un Trump raggiante, lui anche letterato Laureato. Ma è dilaniato da un grande problema: non può presentarsi alla cerimonia – che è stata di Octavio Paz, Elias Canetti, Gabriel Garcia Marquez, ecc. – con un abito non appropriato. Ma un pensiero lo distrae decisamente da quell’angoscia. Alla prima chance che avrà di incontrare Bob Dylan, lo speronerà con il suo ciuffo giallo marcio, al suono sardonico di “come stai, caro collega?”.