Vincenzo Spadafora, autore di “La terza Italia. Manifesto di un Paese che non si tira indietro” (2014), non si è tirato indietro.
Dopo avere cantato mille volte e a sguarciagola “Uno su mille ce la fa”, ha dato il contributo del suo Dicastero, consentendo la presenza di mille persone nelle manifestazioni sportive all’aperto.
Morandi, d’accordo, ma, essendo figura rispettabile (una delle eccezioni, come anche Pecoraro Scanio e Rutelli ai quali è stato vicino), ha imposto le opportune precauzioni: mascherina, posto prenotato, distanziamento.
Ma quello lì, pur disturbato da queste misure, è felicissimo, comunque. Chi? L’incoronato. Se la ride sotto i baffi, invisibili anch’essi. Conoscendo, oltre al cinese naturalmente, tante altre lingue, compreso l’italiano, anche lui canta “uno su mille ce la fa”. Cosa volete, si sente onnipotente, e le spara grosse.
Ma c’è da sperare molto nel mille su mille. Difficile intuire la ratio di questo parametro. E francamente passerei la parola ai virologi, quelli “veri” e indipendenti. Ma forse non conviene turbare la ripresa: beninteso, dell’economia, e non dei contagi.