Sulle rive del lago di Zurigo, ed è Dada

Sulle rive del lago di Zurigo, ed è Dada e dadaisti

Può sembrare un scherzo derisorio che il gruppo dadaista sia nato in Svizzera, il paese d’Europa meno accogliente per l’arte moderna e dunque iconoclasta  (anche se ci sono artisti di grande valore, come Giovanni Giacometti, Cuno Amiet, Félix Vallotton, e anche Giovanni Segantini, nato austriaco, che aveva installato il suo studio nelle montagne dell’Engadina)  agli inizi del Novecento.

Sono gli avvenimenti tragici della guerra che hanno spinto scrittori e artisti a trovare un rifugio a Zurigo. Lì, si sono incontrati nelle sale del Café de la Terrasse, una strana teoria  di personaggi come James Joyce, Lenin, et poi Raoul Haussmann, Hugo Ball, Tristan Tzara (nome vero : Samuel Rosenstock, qui aveva lasciato la sua Romania).

Il Café Odéon è stato uno degli altri punti d’incontro di questa strana diaspora. Ma non tutti hanno evitato i loro impegni militari: Hans Richter decise di tornare in Germania per combattere.

Tanti artisti e poeti hanno invaso questi caffè, come Sophie Tauber, Alexei von Jawlenski, Emmy Hennings, tutto un popolo cosmopolita. La Hennings ha avuto l’idea di creare un luogo specifico per la sperimentazione creativa. Lo ha chiamato Cabaret Voltaire. Si trovava nella Spiegelgasse al numero 1 e priva le sue porte il 5 febbraio 1916. Hugo Ball che aveva questa piccola sala che non era occupata all’interno, La Métairie hollandaise. Chiese al padrone di potere usare questa sala. Un foglio stampato diceva che c’era già un Cabaret Pantagruel dal 1915.

Non si sa bene come è nata l’idea di formare il gruppo dadaisti. Si pensa che fu Tzara a trovare il nome « dada ». Jean Arp nelle sue memorie dà la date e anche l’ora di questa invenzione (6 febbraio 1916 alla 6 del pomeriggio). Però, questa affermazione è forse il frutto dell’immaginazione dello scultore. Esistono altre versioni di questo fatto storico. C’é chi dichiara che Tzara ha messo varie parole in un cappello e ha scelto un pezzo di carta a caso dove era scritto «dada». Ma non c’é certezza in questo caso.

Dada è stato adottato allora per definire un circolo di giovani decisi a deridere la grande Storia. In ogni caso, hanno desiderato scegliere il divertimento e il saccheggio dell’arte passata piuttosto che pensare alla dimensione drammatica della Guerra. Anche se negavano i criteri dell’arte anche recente, i dadaisti volevano fare nascere un’arte nuova e farla conoscere al pubblico. Non hanno potuto fare dei lavori in questo posto perché erano squattrinati, ma hanno dipinto il soffitto di, nero hanno costruito una pedana e hanno installato un’illuminazione con il gas. Per la stampa locale, il posto si era trasformato in una «taverna artistica».

Il primo avvenimento dei dadaisti si è svolto nel febbraio 1916. Sono stati affissi ai muri dei manifesti e anche dei quadri più, alcuni cubisti e espressionisti e futuristi. Assieme a Tzara, c’erano Marcel et Georges Janco. Tzara leggeva i suoi poemi in rumeno e Enna Hennings cantava canzoni francesi. Folla e confusione e Ball interveniva per imporre la calma. Il giorno 11  Huelsenbeck arriva da Berlino e organizza una serata dedicata ai poeti caduti sul fronte. Il 12 si tiene una serata espressionista. Tra le musiche, c’era quella di Stravinsky. Si leggevano le poesie di Kandinsky, di Jules Laforgue, di Blaise Cendrars, Franck Wedekin, André Salmon, Max Jacob, Guillaume Apollinaire, FranzWerfel. Hugo Ball creava un spettacolo e un’opera di Tourgeniev rappresentata. Suonavano una Berceuse de Claude Debussy. Huelsenbeck rendeva le letture poetiche più violente e introduceva fischi stridenti. Si leggevano poesie di Hugo Ball e le canzoni di Emmy Hemmings. Il 25 gugnio, Hugo Ball si traveste con un costume geometrico e la poesia diventa sonora e priva di vere parole.

Tutto finisce nel 1918, quando si stampano i Manifesti dadaisti di Tzara. Dada si trasferisce a Parigi e soprattutto a Berlino. Il Cabaret Voltaire ha aperto un gigantesco varco per la sperimentazione più radicale e la critica più feroce del mondo.