I Gordi e Pandora, il teatro e la parola

I Gordi e Pandora, il teatro e la parola
Ph ©noemi ardesi. Courtesy Teatro Franco Parenti

Le regole abituali per un lavoro teatrale, unità di tempo, luogo e azione, sono perfettamente rispettati. Ma Pandora, lavoro del Teatro dei Gordi, non è uno spettacolo di routine.

Presentato alla Biennale Teatro di Venezia nel 2020, raccoglie ampio consenso tanto che arriva l’importante Premio nazionale della critica teatrale.

Il Teatro dei Gordi nasce nel 2010 come Associazione culturale, con un nome che sembra uno scherzo. Il significato della parola gordi in lingua spagnola e portoghese significa grassi, un po’ in onore alla scuola presso la quale tutti i componenti si sono formati – la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi.

Dopo una serie di collaborazioni, ecco il successo: il “billete gordo”, cioè il colpo di fortuna. Arriva quando Andrée Ruth Shammah inserisce nel cartellone del Teatro Franco Parenti, per la stagione 2019-2020, lo spettacolo Sulla morte senza esagerare, omaggio alla poetessa polacca Wisława Szymborska. Guardare oltre il presente è un dono che la regista milanese possiede. Così decide di co-produrre il loro successivo lavoro. Da allora, il rapporto fra i Gordi e il Parenti è consolidato.

La compagnia Teatro dei Gordi è priva di un teatro e il Parenti diventa la loro casa: Andrée Ruth Shammah “promuove” il team al rango di artisti residenti per il triennio 2023-2026. Il collettivo appare come uno “squinternato” gruppo di giovani la cui priorità è divertirsi. Ma fra tutte le possibili soluzioni per ottenere quel risultato, scelgono quella meno scontata. È più difficile far ridere che piangere. La commedia è un genere per pochi e i Gordi vi riescono bene, utilizzando la tecnica teatrale più pura: l’azione.

Pandora è una scoperta, come evoca il titolo stesso. È una commedia che, come spesso accade, scivola in modo impercettibile verso il tragico. In quest’opera i Gordi lavorano con movimenti scenici calibrati, mentre la parola è messa in secondo piano e usata per sottolineare l’azione. La parola, quando presente, non è necessariamente pronunciata in lingua italiana ma anche in altre lingue. A volte sono solo borbottii confusi, altre affabulazioni dal suono musicale.

La mimica e le espressioni dei bravissimi attori determinano l’esito dei quadri di cui il lavoro si compone. L’azione si svolge in un luogo non convenzionale per uno spettacolo teatrale, un bagno pubblico. Per il tempo teatrale della pièce, che corrisponde a un’intera giornata, si assiste al viavai di persone che vi entrano, sostano e ne escono. Uomini e donne che si recano al lavoro, probabilmente dopo un percorso su un treno o una metropolitana, o sono in viaggio con grandi valigie o zaini. E ancora, senzatetto e artisti di strada e musicisti. Persino una coppia di ballerini, una di ciclisti amanti del canto e anche una coppia di sposi. Un campionario di personaggi comuni che quotidianamente incontriamo per strada. C’è, forse, anche ognuno di noi, rappresentato con tic, fobie, abitudini e follia.

Siamo tutti uguali quando ci ritroviamo in quel luogo? E magari con le stesse necessità biologiche e gli stessi modi di espletarle? Sembrerebbe di sì, con variazioni che riguardano la capacità di rapportarsi all’altro. Così, quel “vaso” che nello specifico è l’oggetto con il quale spesso non desideriamo alcun contatto fisico, si scoperchia. Proprio come dal “vaso di Pandora”, ne escono i comportamenti surreali e fantasiosi che i Gordi inseriscono nell’ordinario vissuto di ciascuno di noi. Tutti i personaggi che si avvicendano in quel bagno pubblico sono messi a nudo, in qualche caso letteralmente spogliati, e danno vita a un carosello spaesante e giocoso. Perché si tratta di gioco: i Gordi sulla scena si divertono e divertono il pubblico con intelligenza.

Dal lavabo con dispenser di sapone liquido all’asciugamani con getto d’aria, fino alla sfilata di orinatoi e alle tre cabine chiuse. Tutto si anima in quel luogo dove la rarefatta intimità incoraggia gli incontri. Gli oggetti, là, cambiano la loro naturale funzione, come la carta igienica che funge da sentiero per la sposa e, strappata in pezzi, diventa tanti petali bianchi.

In quel luogo promiscuo, accadono imprevisti, incontri, canti e balletti. E alla fine della giornata tutto torna come all’inizio. Nulla rimane del passaggio umano e nuove persone con le loro storie passeranno da lì.

I Gordi saranno ancora presenti al Teatro Franco Parenti dal 7 al 15 novembre con Note a margine.

Pandora
ideazione e regia Riccardo Pippa
di e con Claudia Caldarano, Cecilia Campani, Giovanni Longhin, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti, Matteo Vitanza
dramaturg Giulia Tollis

maschere e costumi Ilaria Ariemme
scene Anna Maddalena Cingi
disegno luci Paolo Casati
cura del suono Luca De Marinis
vocal coach Susanna Colorni
elettricista tournée Alice Colla

produzione Teatro Franco Parenti

Spettacolo selezionato alla Biennale Teatro di Venezia 2020, andato in scena dal 22 al 27 ottobre al Teatro Franco Parenti.