Scrivere Arte, dal Futurismo al Body Writer

Scrivere Arte, dal Futurismo al Body Writer
La parola estroversa e le tavole parolibere del Futurismo

L’interesse verso l’estroversione della parola è indiscutibile nell’espressione del Futurismo. Marinetti e i Futuristi hanno il merito d’indagare e aprire, in maniera eloquente, le proprietà tradizionali della frase, contribuendo all’esaurimento delle sue risorse “normali”. Aprono, anche, l’area della letteratura a coinvolgimenti sensoriali diversi, in favore di un dinamismo dei linguaggi.

Il Manifesto tecnico della letteratura futurista (1913) è un punto naturale di partenza e riflessione. Marinetti introduce nella letteratura l’esigenza di elementi extrapoetici, fino allora trascurati, per allargarne il campo espressivo. Nella Rivoluzione tipografica Marinetti (1913) precede la contestazione del libro tradizionale della poesia visuale. Dichiara di voler combattere “l’ideale statico di Mallarmè” con una rivoluzione tipografica: «Noi useremo perciò in una medesima pagina, tre o quattro colori diversi d’inchiostro, e anche 20 caratteri tipografici diversi, se occorra. (…) Con questa rivoluzione (…) mi propongo di raddoppiare la forza espressiva delle parole». Marinetti nel Lirismo multilineo (1913) auspica la ricerca di una poesia come arte totale: «Il poeta lancerà su parecchi e linee parecchie catene di colori, suoni, odori, rumori, pesi, spessori, analogie. Una di queste linee potrà essere per esempio odorosa, l’altra musicale, l’altra pittorica». L’esigenza di una poesia totale è rintracciabile nel manifesto de La cinematografia futurista (1916), in cui è riscontrabile l’influenza sulle poetiche verbo-visive: «Esso sarà insomma pittura, architettura, scultura, parole in libertà, musica di colori, linee e forme, accozzo di oggetti e realtà caotizzata». Ciò è determinabile più chiaramente in «metteremo in moto le parole in libertà che rompono i limiti della letteratura marciando verso la pittura, la musica, l’arte dei rumori e gettando un meraviglioso ponte tra la parola e l’oggetto reale».

La parola di Marinetti è un’autentica fuoriuscita, anche fisica, della parola, dal libro e dalla lettura tradizionale, che favorisce una espressione autonoma del linguaggio. Le parole in libertà, pur rappresentando il primo passo di uscita dall’ortodossia lineare della scrittura, costituiscono il trampolino di lancio verso le successive tavole parolibere. Da queste si può far partire l’inizio della scrittura visiva italiana. Le tre tavole verbo-tipografiche di Marinetti, poste in fondo al libro Les mots en libertè futuristes (1919), sono da considerare il vertice della sua esplorazione letteraria, in quanto si spinge oltre i limiti della tavola parolibera vera e propria. Immette i simboli verbali in un più ampio contesto spaziale e di significato, ottenuto con la giustapposizione di una scrittura tipografica, di segni di varia derivazione e di macchie creative. Sono già dentro a un tipo di espressione in cui i segni, linguistici e non, vengono principalmente trattati come immagini o comunque postulati come tali.

I sopracitati risultati non sono realizzati solo da Marinetti: oltre a lui vanno ricordate le creazioni di Cangiullo, Masnata, Buzzi, Russolo, Depero, Govoni, Soffici, Balla, ecc. In questo panorama espressivo, dalle diverse angolature, l’aspetto iconico di alcuni autori del Futurismo tende, talvolta, a prendere il sopravvento su quello verbale: come accadrà in successive poetiche verbo-visuali italiane della “scrivere come arte”. Questo filo di continuità ha avuto, nel 1973, una significativa verifica nella mostra Scrittura Visuale in Italia 1912-1972, con opere dai futuristi ai giorni nostri: a New York e poi a Torino.

Letture sulle parole-immagini e riviste del Futurismo

_La definizione di poesia visiva è data da Marinetti nel 1944 nel “collaudo” dei Testi-poemi murali di Carlo Belloli: «con Belloli la poesia diventa visiva». Questo critico d’arte e poeta concreto-visuale introduce le mie tavole verbo-visive della cartella Impronte eolovisuali (Campanotto Ed.). Con questo lavoro esprimo, nei primi anni Ottanta, le mie creazioni di parola-immagine attraverso le composizioni della lettera V (iniziale del mio nome), che diviene V Volo del mio corpo-scrittura. Belloli nota infatti che questa mia grafia combinatoria vuole essere un Volo di arte-poesia, oltrepassante: «quello che l’aeropoesia futurista si era dimenticata di realizzare, ancora preoccupata dal canto, pur parolibero, di eroismi civili, anche epopeici (…). Vitaldo Conte depassa la profezia grafosegnaletica di Pino Masnata che, negli ultimi anni della propria operatività poetica, aveva portato a conseguenze estreme le intuizioni degli “stati d’animo disegnati” dallo scrittore futurista Giuseppe Steiner. (…) Oggi Vitaldo Conte può aspirare a buon diritto a cittadinanza culturale internazionale».

_Celebro il centenario di nascita del Futurismo (2009) attraverso diverse iniziative, fra cui quelle che illustro in due mie interviste su Rai GR 1 a opera di Gianfranco de Turris (come ricordo nella testimonianza nel libro a lui dedicato nel 2024). La prima è su La parola estroversa, in occasione di una mostra da me curata sulle tavole parolibere futuriste in poster alla XIV Città del Libro di Campi Salentina (LE), nel novembre 2008. La seconda per una mostra sulle Riviste futuriste a Catania, organizzata proprio per il centenario, in cui partecipo, introducendo un seminario (6 mar. 2009) sul Futurismo.

_Presento, in collegamento con la mostra Rosa Lussuria, da me curata a Lecce (Biblioteca N. Bernardini) nel 2010, Ultime riviste futuriste: fra cui ‘Futurismo-Oggi’. Questa risulta essere l’ultima rivista di riflessione delle generazioni storiche futuriste. Attiva a Roma dal 1969 al 1993, è diretta da Enzo Benedetto (1905-1993), poeta e pittore.

Body Writer, ricordando la Lussuria e l’Azione Futurista (2009-2018)

Il Desiderio può voler esprimere un “testo aperto” alle contaminazioni con le sue parole-immagini che colloquiano con le pulsioni del Body Writer. Questo ricerca la fuoriuscita nell’on the Road.

Esprimo l’indicazione Body Writer attraverso la cura di una mostra a Catania nel 2009. Con questa intendo connotare una ulteriore possibilità espressiva della scrittura d’arte e pittorica: quella di proporsi come graffito del desiderio, fino alle sue estreme dispersioni. La grafia del Body Writer assembla ancestralità e incontri on the Road, non sottraendosi nel contempo a rileggere culture, arcaiche e attuali. Rielabora esperienze dell’arte del Novecento e ultima: poetiche segnico-gestuali e verbo-pittoriche, oggettualità varie, street art, fashion beauty art, ecc.[i]. Scrivo nel testo dell’esposizione: «I body writers (…) liberano un painting che concepisce il suo oltre. Questo include, frequentemente, la fuoriuscita in evento e in oggettualità varie, stringendo rapporti di contiguità con il mondo della musica, dell’arte di strada, dello spettacolo. Questa creazione si addice ai transiti non catalogabili, in quanto è fusione di linguaggi e media. Come quella che guarda, con nuove modalità espressive e di intento, le generazioni del Graffitismo. Il gioco/piacere della costruzione artistica ricerca, talvolta, l’opera a più mani, come per conferire una maggiore imprevedibilità alla sua composizione». «Tempi di writer – nota Carmelo Strano – anche nel senso in cui lo intende il critico e artista Vitaldo Conte: grafia artistica come pulsione individuale e sociale. Da qui la presenza dell’americano Paul Kostabi & GA.NT. nella mostra Body Writer (…) a Catania» (‘La Sicilia’, 2009).

La mostra Body Writer a Catania e la successiva Rosa Lussuria a Lecce (Biblioteca Bernardini),[ii] nel 2010, ricordano Valentine de Saint-Point, autrice del Manifesto futurista della Lussuria (1913), che scrive: «Occorre trasformare la lussuria in un’opera d’arte». La Rosa Lussuria del Body Writer, che vuole narrare il desiderio come creazione, diviene indicazione per una esposizione al 1° Festival della Sperimentazione a Brindisi nel 2014[iii]. Queste mostre coinvolgono due artiste, che collaborano in plurigrafie con me o con il mio alter ego creativo Vitaldix: Laura Baldieri “traccia” epidermici percorsi di scrittura pittorica, che alludono a graffiti sui muri-corpo; Tiziana Pertoso “tesse” ragnatele segniche, che emergono talvolta come corporeità oggettuali e di beauty art.

La Lussuria e la bellezza dell’Azione, ricercate dal Futurismo, possono ispirare l’incontro, pulsionale e on the Road, della scrittura pittorica con la creazione del Body Writer. Segnalo questo possibile percorso dell’astrazione artistica del Desiderio nella mia relazione alla giornata di studi Abstracta, da Balla alla Street Art, a Roma (Museo Macro, 2018)[iv].

 

NOTA. L’autore sintetizza, per ‘Fyinpaper’, parte del suo saggio Scrittura come Pittura e Arte-Vita, pubblicato su ‘Fermenti’ (N. 257, 2024).   

 

NOTE.

[i] Body Writer, mostra a cura di V. Conte, Le Ciminiere, Catania 2010. Espongono: L. Baldieri, P. Kostabi & GA.NT, T. Pertoso, G. Ferrera, M. Vita, Vitaldix. Catalogo.

[ii] Rosa Lussuria, mostra con e a cura di V. Conte, Biblioteca Prov.le N. Bernardini, Lecce 2010. Espongono: T. Pertoso, L. Baldieri, Vitaldix. Catalogo (Ed. Il Raggio Verde, 2009). Nell’occasione sono esposte Ultime riviste futuriste (Futurismo Oggi e nel Salento).

[iii] Lussuria – Body Writer, in 1° Festival della Sperimentazione, a cura di C. De Stasio, Palazzo Granafei – Nervegna, Brindisi 2014. Catalogo (testo di V. Conte).

[iv] V. Conte, La scrittura pittura degli anni Ottanta / Percorso da ‘graffito’ a forma astratta, intervento in Abstracta, da Balla alla Street Art, giornata di studi a cura di R. Bozzini, G. Carpi, G. Stagnitta, Macro – Museo d’Arte Contemporanea, Roma 9 dic. 2018.