Charles Bonaparte e l’Europa
Charles Bonaparte è il soddisfatto presidente onorario della Federazione europea delle città napoleoniche che conta una cinquantina di adesioni in Europa. Fonda l’associazione nel 2004 dopo essere diventato vicesindaco di Aiaccio in Corsica. Da allora è un successone. Milano e Monza, l’una con il palazzo Reale l’altra con la villa Reale, vi aderiscono con entusiasmo. Palazzo Reale a Milano e Villa Reale a Monza fanno parte del circuito delle residenze di Napoleone. Nella reggia di Monza risiedevano Eugenio Beauharnais e la principessa Amalia. Nel Palazzo Reale a Milano si stanno recuperando invece gli arredi dispersi e alcune sale, già quasi una decina, sono state riportate agli anni in cui Napoleone fondò il regno d’Italia.
Con Bonaparte Milano capitale politica
Con Napoleone Milano diventa capitale politica. Non lo era più da Francesco Sforza in epoca rinascimentale e non lo diventerà mai dopo l’Unità Italiana. Sarà capitale economica italiana nel Novecento ma mai capitale politica. Qualsiasi movimento politico nasca a Milano inevitabilmente si trasferisce a Roma e guarda poi con distanza a Milano. Accade con il Fascismo e nel secondo dopoguerra con Forza Italia, Lega e Cinque Stelle. Vincono nell’unificazione italiana le propensioni supercentraliste e perdono quelle federative di Cattaneo. Charles Bonaparte nipote di Napoleone è venuto a Milano per presiedere alla riattivazione di legami trascurati e per congratularsi con il paziente lavoro di recupero fatto dall’amministrazione milanese nel Palazzo Reale di Milano. Il sindaco Beppe Sala lo ha accolto felicemente.
Milano palcoscenico italiano
Con Napoleone, Milano tornò prepotentemente dentro i flussi culturali delle grandi capitali europee con moda, letteratura ma soprattutto come capitale politica del Regno d’Italia. Milano divenne il principale palcoscenico italiano di vita intellettuale e mondana. Si idolatrava Giuseppina Beauharnais prima moglie di Napoleone e innovatrice straordinaria nell’abbigliamento e nel gusto. Melzi D‘Eril, vicepresidente della Repubblica e con incarichi di prestigio poi nel neonato Regno. d’Italia. Fiduciario di Napoleone, fu promotore di innovazioni amministrative (non ultima cosa, il Codice Civile), ma anche dell’adozione dei nuovi canoni estetici.
Stendhal, Monza, Napoleone
Stendhal la trovò vivibile e desiderabile come qualsiasi altra capitale europea e non come una tappa del viaggio in Italia con valenze archeologiche o di ossessiva ammirazione per il passato. Con Napoleone Milano torna nella contemporaneità. La sorte della Villa Reale di Monza durante la Repubblica Cisalpina fu terribile. Svuotata di tutti gli arredi, venne messa all’asta. Alla Federazione delle città napoleoniche non aderiscono città che hanno sofferto per l’occupazione delle truppe francesi come Mosca o Alessandria d’Egitto o come Venezia, tutte città che hanno patito il saccheggio di importanti opere d’arte solo in parte recuperate da Canova. Monza si può dire che ha perdonato la messa all’asta e la dispersione degli arredi perché compensata col grande parco intorno alla villa creato successivamente all’epoca austriaca.
Brera, Risorgimento, Napoleone
Milano guadagnò il Museo di Brera che doveva diventare il Louvre del Regno d’Italia e anche l’arco della Pace lontano dal gigantismo del parigino Arc de Triomphe. Charles Bonaparte visitando Palazzo Reale ha ammirato il trono imperiale appena restaurato, si è scherzosamente rifiutato di sedersi e ha continuato a interessarsi a Napoleone. Ha preferito tacere sul suo antenato Napoleone III e sullo scambio Nizza e Savoia contro Lombardo Veneto voluto dal primo ministro Conte di Cavour. Il Risorgimento italiano attraversa un momento di bassa popolarità in Italia, il periodo Napoleonico, al contrario, trionfa anche nella stagione cinematografica.
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