Una mostra piena di sorprese, presentata al Musée du Luxembourg di Parigi, mira a mettere in scena il rapporto che si è stabilito tra Pablo Picasso e una ricca americana, Gertrude Stein.
Nata ad Allegheny, Pennsylvania nel 1874 da una famiglia facoltosa – suo padre era un ricco un uomo d’affari – fu educata in una seria scuola ebraica a Oakland.Completa poi gli studi al Radcliffe College, dove diventa una “protégé” di William James che la incoraggia a studiare medicina, cosa che impegna la Stein per quattro anni.
Nel 1903 Gertrude scrive il testo Things as they are, pubblicato solo nel 1950 con il titolo Q. E. D., nel quale fa riferimento alle sue relazioni lesbiche. Nello stesso anno Gertrude e suo fratello minore Leo si trasferiscono a Parigi e iniziano a collezionare opere d’arte, molte appartenenti all’avanguardia che stava emergendo in Francia. È a Parigi che la Stein completa il testo che prenderà il titolo Q.E.D. Mentre nel 1905 si dedica gli ultimi ritocchi a Three Lives.
I due fratelli Stein acquistano opere di Cézanne, Gauguin, Renoir oltre a Delacroix e Daumier. Leo porta alla luce i primi dipinti di Pablo Picasso, che inizia a farsi conoscere, ma che non è ancora il mostro sacro che sarebbe presto diventato. La collezione degli Stein cresce ed è fonte di domande ma anche di delizia nella vita parigina, per gli amanti dell’arte.
Casa Stein diventa un salotto nel quale amici e conoscenti di Gertrude si ritrovano per scoprire dipinti di una sbalorditiva modernità. In questo luogo privilegiato spesso si incontrano gli stessi artisti creatori dei dipinti. Anche Henri Matisse prenderà il suo posto in questo pantheon della modernità, proprio come Mangin, Toulouse-Lautrec e Pierre Bonnard.
Ben presto tutti i fratelli Stein si uniscono a Gertrude e Leo e con loro condividono la passione per le arti visive: il fratello maggiore Michael, e poi la cognata Sally. Ma nel 1914 iniziano i dissidi e a causa di una grave lite (l’inizio della convivenza tra Gertrude e Alice B. Toklas dal 1907 può essere stata una causa di discordia), dividono fra loro la collezione. Leo prende la maggior parte dei lavori di Matisse, molti Cézanne, alcuni pezzi rari di Picasso, il Renoir.
Gertrude si concentra su Picasso che ora è una celebrità riconosciuta e che vede in lei una complice e una fonte di ispirazione. Tutto inizia con la richiesta di Leo a Picasso di realizzare il ritratto di sua sorella. La sottopone a innumerevoli sedute di posa, non sappiamo se per necessità per il suo lavoro o per essere onnipresente nella sua casa e soprattutto nei suoi pensieri. Così Gertrude inizia a scrivere libri di narrativa incentrati su un personaggio cubista. Per esempio è il caso dei testi che compongono Gertrude Matisse e Picasso, pubblicati nella rivista di Alfred Stieglitz, Camera Work, nel 1912.
Indipendentemente da ciò, il ruolo di Gertrude nel riconoscere in Picasso un grande artista, prima della Grande Guerra, è centrale. I due rimangono per tutta la vita molto legati e lei sarà sempre una delle sue più grandi ammiratrici.
Nel 1930 Gertrude pubblica un libro intitolato semplicemente Picasso, con significativo successo. Mentre i suoi lavori sperimentali non sono certo di facile accesso, con i suoi scritti autobiografici e il piccolo libro su Picasso riesce a sedurre un pubblico piuttosto vasto.
Per quanto riguarda Picasso, non ha mai perso di vista la dimensione strategica del suo rapporto con il suo mecenate, soprattutto perché sempre più americani frequentavano il salotto dalla Stein e potevano quindi vedere le sue opere. Picasso sapeva benissimo come giocare con tutto il mondo degli scrittori che parlavano di lui, dei mercanti e del collezionisti. Sapeva usare quel che gli serviva!
Gertrude Stein ha sempre avuto la volontà di difenderlo, farlo conoscere, aumentare la sua collezione e scrivere di lui. Così Picasso si trovò alla pari con Max Jacob, Guillaume Apollinaire, Jean Cocteau, Louis Aragon (che salvò Gertrude dagli attacchi virulenti dei sostenitori del realismo socialista poco dopo la Liberazione).
Nonostante le innegabili difficoltà della sua prosa sperimentale, Gertrude Stein fu una meravigliosa propagandista per l’artista e rimase tale fino al 1946, quando morì. Non va dimenticata la sua influenza sui circoli avanzati negli Stati Uniti: i suoi scritti sono stati studiati al Black Mountain College dal 1933.
E allora siamo felici di scoprire, grazie a Gertrude Stein, quale fosse il significato della ricerca di Picasso prima della Grande Guerra, con le sue piccole sculture-assemblaggi e le sue tele a fondo bianco con teste o busti delimitati da una linea nera che ci fa pensare al disegno trasposto nel campo della pittura.
La storia di questa grande amicizia, che ha lasciato il segno nella storia dell’arte moderna, è contenuta nel breve libretto che accompagna il visitatore per tutta l’esposizione “Gertrude Stein & Pablo Picasso”, affascinante dall’inizio alla fine del racconto.
Gertrude Stein & Pablo Picasso, l’invention du langage, Cécile Debray & Assia Quesnel, Carnet d’exposition, « Découvertes », 64 p., Editions Gallimard, 9, 90 €.
Catalogo: RMN – Grand Palais, 40 €.