Ue, le intenzioni e la realtà dell’accoglienza
Le quotidiane tragedie del mare che tingono di rosso il Mediterraneo stanno mettendo a dura prova la coesione dell’Unione Europea. La presidenza della von der Leyen si era aperta con la a pomposa sentenza di “Promuovere lo stile di vita europeo. Proteggere i nostri cittadini e i nostri valori”.
Ottime intenzioni, ovviamente, ma il tritacarne della storia qualche volta fa strame delle più nobili scelte. Malgrado i ripetuti sforzi di fronteggiare i flussi migratori illegali, è apparso a tutti evidente che i confini marittimi meridionali dell’Europa sono difendibili solo al costo di veri e propri sacrifici umani, di dimensioni sempre maggiori. E, purtroppo, non solo di questo si tratta.
Posizioni allineate sulle politiche di accoglienza
Le popolazioni dei 27 Stati dell’Unione in maggioranza non vedono con favore una politica di accoglienza illimitata e si allineano pericolosamente su posizioni di tipo sovranista estremamente dure, che potrebbero essere sintetizzate nella formula “niente ponti, sì ai muri”. Le modalità dei respingimenti costituiscono il tema che sempre più spesso ricorre nei documenti stilati dopo gli incontri ufficiali.
Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca – il fronte di Visegràd – esplicitamente mettono al primo posto la difesa dei confini ed escludono di partecipare a una redistribuzione dei migranti. Piuttosto si ipotizzano respingimenti in Paesi terzi, come si è fatto fino ad oggi con costi salatissimi con la Turchia di Erdogan (vedi https://www.aspeninstitute.it/e-book/beyond-migration-and-asylum-crisis-options-and-lessons-europe/).
La Spagna, aperta all’accoglienza
Mentre la Spagna si assicura – a fronte di un cospicuo esborso di denaro – l’aiuto determinante del Marocco nel bloccare gli “illegali”, l’Italia e la Grecia dovrebbero assumersi il ruolo di gendarmi nel Mediterraneo orientale. Dovrebbero trattare con Libia, Tunisia ed Egitto per neutralizzare in qualche modo i “mercanti di carne umana” e gli scafisti, sui quali si concentrano le invettive dei politici europei. È evidente l’imbarazzo di fronte alle responsabilità morali che qualunque scelta sul problema migratorio comporterà. E si tenta di nascondere la polvere sotto il tappeto rendendo difficile la vita alle Ong che tentano di salvare qualche centinaio di disperati dall’essere inghiottiti dalle onde. [continua]
Dello stesso autore: EU, hard life for migrants/ accoglienza vanificata