Un recente webinar di LIS, Laboratorio Intelligence e Sicurezza, condotto da Alessandro Ceci, è stato dedicato al pittore Silvestro Lega (1826-1895) con l’intervento di Antonella Brin. La storica dell’arte, a seguito del rinvenimento di una piccola tela, si è fatta l’idea che potesse essere attribuita all’artista tosco-romagnolo, pur in assenza di data e firma. Ne ha ragionato nel suo libro “La dama bianca” pubblicato, circa 5 anni fa, presso Blu Oberon. Antonella Brin ha trattato questo tema nella circostanza di questo collegamento in streaming al quale hanno partecipato anche due esperti d’arte, Marco Marinacci, professore ordinario in questa disciplina, e Simone Saccomanni che qui interviene con un suo commento sul tema.
È la Dama Bianca la compagna di Silvestro Lega?
Virginia Batelli, compagna di Silvestro Lega, aveva regalato al pittore romagnolo un periodo sereno ed appagante nella sua travagliata esistenza. Nel dipinto la Dama Bianca la signora rappresentata appare a figura intera, vestita di un abito elegante e ricercato, con il volto illuminato e impreziosito da uno sguardo intenso e denso di emozione. I lineamenti della donna sono da raffrontare con quelli immortalati in una vecchia fotografia, che sono stati resi poeticamente da Lega nella pianista del Canto di uno stornello, opera riconosciuta dalla critica prevalente come raffigurante la compagna di Lega. Nell’opera si coglie la grandezza dell’artista e si intravedono altresì i segreti della sua anima dolce e dolorosa allo stesso tempo, in quanto il conformismo ottocentesco non permise mai a Lega di rivelare pubblicamente il suo amore e di viverlo liberamente.
Fra documenti e materiale fotografico
Antonella Brin, attraverso una molteplicità di riferimenti documentari e di confronti di materiale fotografico da lei realizzati, riconosce l’elevata qualità della fattura dell’opera d’arte nella quale individua e riconosce gli inimitabili stilemi del Maestro modiglianese.
Elemento qualificante della ricerca è lo studio condotto sulla corposa documentazione dell’Archivio storico di Modigliana sulla celebre mostra del 1926 che rappresenta un caposaldo per la corretta lettura dell’opera leghiana.
Una lettera autografa di Ettore Lega, fratello dell’artista
Dall’analisi delle opere presenti nella sede espositiva è stato possibile aggiungere nuovi e importanti tasselli al catalogo del Maestro della Macchia, ricostruendo le dimensioni dei dipinti andati perduti di cui si conoscevano i soggetti ma non le misure. Il rinvenimento di una lettera autografa di Ettore Lega, fratello minore dell’artista, e di altro corredo documentario attestante la presenza dei figli Eleonora e Antonio in occasione della mostra rappresenta un altro elemento di rilievo nella ricostruzione storica proposta da Antonella Brin.