Pochi istanti dopo l’annuncio di Putin della “operazione militare speciale per smilitarizzare e denazificare l’Ucraina” (nel pieno della notte tra il 23 e il 24, di fronte alle telecamere), l’artiglieria pesante e l’aviazione di Mosca sono entrate in azione sui fronti
Nord, Sud ed Est del Paese. Il presidente ucraino Zelensky ha invitato i suoi concittadini abili alle armi a presentarsi ai centri di arruolamento. E intanto i bombardamenti russi colpiscono obiettivi militari e industriali per preparare l’avanzata massiccia delle fanterie corazzate di Mosca.
Inizia la fuga dall’Ucraina
Tra le città colpite: Kiev, Kharkiv, Odessa, Ivano–Frankivsk e Mariupol. La popolazione ha iniziato la fuga verso Ovest in auto o in treno oppure si è portata verso i rifugi predisposti nelle ultime settimane. All’alba, carri armati e altri mezzi blindati hanno attraversato il confine ucraino dalla Bielorussia come mostra un video messo in rete dalla CNN (si veda: https://edition.cnn.com/europe/live-news/ukraine-russia-news-02- 23-22/h_f8a7fa62cab251685fd0c3903f4585fb) Molti aeroporti fra i più importanti del
Paese sono nel mirino dei bombardieri russi, secondo svariate testimonianze.
Una condanna unanime
I governi dei Paesi occidentali condannano senza appello l’aggressione russa. In molte grandi città si organizzano manifestazioni di solidarietà di fronte ad ambasciate e consolati ucraini. L’opinione pubblica riflette sugli effetti destabilizzanti della guerra nel cuore
dell’Europa e sulle conseguenze economiche delle sanzioni che inevitabilmente saranno attuate contro Mosca. Tuttavia si dubita della capacità di deterrenza di tali sanzioni deliberate contro un Paese come la Russia che ha notevoli margini di autonomia e un debito con l’estero assolutamente trascurabile. A ciò si aggiunge che se qualche sanzione dovesse avere effetto, la prima conseguenza sarebbe spingere la Russia fra le braccia della Cina. Si darebbe così vita a un formidabile blocco di Paesi dittatoriali con il quale le democrazie occidentali dovrebbero fare i conti.
La dipendenza dell’UE sul piano energetico
In Europa si riflette sulle scelte passate che hanno reso il Continente dipendente sul piano energetico dalle forniture russe. Come anche sul ritardo enorme con cui si è trattata la questione della istituzione di una forza armata europea in grado di scoraggiare iniziative belliche di ogni sorta.
I prossimi giorni, le prossime settimane faranno più chiarezza sulle reali conseguenze del conflitto appena iniziato. Scartata l’ipotesi di un’occupazione militare stabile dell’Ucraina, gli osservatori ritengono che l’obiettivo più realistico di Mosca sia quello di installare a Kiev un governo filorusso e di frenare la spinta della Nato a Est con una dimostrazione di forza della quale comunque bisognerà tenere conto.
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