Quirinale, il monito implicito di Sassoli

Quirinale, il monito implicito di Sassoli
David Maria Sassoli, ex Presidente Parlamento europeo

La pandemia è un’immensa impicciona, interferisce su tutti e tutto. Anche sull’elezione del presidente della Repubblica Italiana. E i politici e i cosiddetti grandi elettori in vena di auspici non sanno cosa augurarsi: se sia meglio che la grande madre del male crei problemi o se invece, per casuale benevolenza, consenta un normale svolgimento.

La parola “crisi” non manca mai

Rispetto alle incertezze e agli sbandamenti che ogni tornata settennale comporta, in quest’edizione la parola crisi – che non manca mai – non basta. Essa, infatti, adesso si rivela pantocratica e profonda. E con una grande ulteriore minaccia, quasi  “annunciata”, per il futuro prossimo della Penisola. Se non saranno avviate le condizioni per una crescita produttiva, avremo addosso l’enorme debito verso la madre Europa, anche se, va detto, una gran bella fetta di quel denaro è stato e sarà necessario spenderla per mettere toppe dappertutto. 

La scomparsa di David Sassoli

Nel clima di questa pesante situazione, la scomparsa di David Sassoli priva l’Italia di una figura ricca di meriti ampiamente sottolineati da ogni parte politica e che risultavano ottimali per la nomina alla presidenza. Ma ugualmente l’ex-presidente del Parlamento Europeo ci dà il suo contributo. Consiste nel suo comportamento che dovremmo dire semplicemente normale (perché corretto sotto ogni profilo delle azioni e dei modi di comportarsi, oltre alla capacità) ma che, in tempi di calo degli aspetti etici della politica, risulta decisamente esemplare: fare, con modi eleganti, semplici, chiari, e sicuramente corretti e rispettosi delle persone e delle istituzioni. Mite. Ma ci trasmette questo monito: che mite non vuol dire debole, e può essere addirittura il contrario.

Tutto all’opposto della teatralità smaccata e talvolta volgare e ben poco rappresentativa dei propri elettori che da anni caratterizza in genere la politica, internazionalmente. Il comportamento gentile e responsabile di Sassoli era come se lui dicesse: faccio, dunque faccio, e non faccio, dunque fate. Nessun moralismo, solo coerenza con la sua spinta etica. Ecco il monito implicito ma chiaro che in Italia dovremmo raccogliere immediatamente in rapporto all’imminente elezione del Presidente  della Repubblica e in rapporto alla gestione del PNRR: perché quest’ultimo non suoni come l’acrostico pietoso e doloroso dello INRI fatto incidere da Pilato sulla Croce di Cristo.

 

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