Il Graphic Design si è specializzato sempre di più negli ultimi decenni. Gli impulsi vengono dalle incessanti ricerche sperimentate lungo il XX secolo tra Stati Uniti e Europa. Ma negli ultimi decenni si sono fissati via via i cardini professionali di questa disciplina che tende a fondere tecnicismo (è parola ormai da usare) e libera creatività. Come dire che quest’ultima, che non cede in nessun caso al suo ruolo inventivo, ormai si agita all’interno del tecnicismo.
Graphic Design, un agile prezioso volumetto
Questo al di là della presunta azione libertaria dell’artista e però, come accade con la musica, dentro i rigori ineludibili della grammatica e della sintassi. Altra cosa è, evidentemente, la devianza consapevole e responsabile verso quei rigori. Può essere questa la sintesi di un agile ma – per virtù di sintesi – prezioso volumetto di Gianni Latino intitolato “Graphic Design/ Guida alla progettazione grafica”. Giunge quest’anno alla quinta edizione, a dieci anni dalla prima, pubblicata da LetteraVentidue di Siracusa nel marzo 2011.
Una perlustrazione storica del Graphic Design
Una puntuale e sintetica ricognizione storica delle tappe della Grafica testimonia due cose. Intanto l’importanza che Latino, docente di questa materia all’Accademia di Belle Arti di Catania (di cui è anche direttore) e progettista in avanscoperta con particolare interesse per “l’identità visiva”, assegna alla conoscenza dei contributi fondamentali che precedono. In secondo luogo la ricognizione storica che traccia nella sua pubblicazione costituisce un’opportuna enfasi tributata a questa disciplina che da tempo gode di un’indiscutibile autonomia professionale-creativa. Non mancano quindi i richiami alla AIGA (American International Graphic Arts, New York, 1914), seguita, nel 1951, dalla parigina Alliance Graphique Internationale e, quattro anni dopo, dall’Associazione Internazionale Artisti Pubblicitari. E va da sé che la parola Artisti la dice lunga su quanto appena rilevato. Inoltre, opportunamente Latino si sofferma sull’Art Nouveau e – si direbbe, inevitabilmente – sulla Bauhaus. Un manuale? Anche.
Un libro utile e appassionante per gli studenti e per gli specialisti di arti visive e di comunicazione
Si susseguono i capitoli sul Formato, il Layout, sul Lettering e i caratteri e, con titolo efficace, sull’Anatomia del carattere. E qui balza uno dei meriti di questo studio. Esso infatti riesce utile e stimolante per il discente, per il professionista e per chiunque sia interessato alla cultura visiva, vuoi per diletto vuoi per le più diverse categorie professionali, editore, critico, artista, ecc. In ciò aiuta anche la scrittura chiara e scorrevole con la capacità di contagiare la passione che muove l’autore, non meno quando cita, quasi emotivamente, figure-chiave a lui care come Bruno Munari o Albe Steiner o Giovanni Anceschi. Utile il glossario annesso seguito da una ben selezionata sintetica bibliografia.
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