Samuel Brussell, traveling writer from Haïfa
Samuel Brussell was born in Haïfa in 1956. But he decided to live in Europe. He was – and still is – a relentless traveler. His travels have nothing to do with Stendhal’s having only this partly autobiographical dimension in common. Chance, unexpected encounters, some anecdotes offer him the material he needs to go on in writing his book. This is worth especially with reference to this latest fictional work, Continent’Italia, which is totally different from other similar books bearing the same object. A very personal vision of the Italian peninsula.
Samuel Brussell’s Italy
It is built as a kind of strange rhyme that leads him not to make a precise description of his path, but to move from one association to another. We must remember his Triestin Alphabet released in France in 2011. He is a very skilled man, but who never tries to find a logical thread in his speech. He makes us visit almost nothing – no monuments, no museums, but voices sometimes snatched up on the fly, short conversations, a spectacle he sees as he passes along a street or across a square. Samuel Brussell is an unpredictable writer. And this makes his prose unique and delightful. But he is also a character who has played a notable role in Parisian publishing.
And now some questions for Brussel: How did you discover literature?
SAMUEL BRUSSEL: In the most natural way; I felt the need to write and I started writing. I ended up being published in various magazines. Then came the invitation from Manuel Carcassonne, I sent the manuscript of Généalogie de l’ère nouvelle. It was accepted and published. It was not an ordinary novel, but rather the experience of a lifetime. The other books I would have written later have often been faithful to this idea that narrates travels, readings, encounters.
How was your publishing house called Anatolia born?
S. B. A header! I created it with Valérie Barranger in 1992, after having made mes premières armes in the Parisian publishing house Les Editions du Rocher with Jean-Paul Bertrand who, unfortunately, no longer exists. He suggests that I do the distribution of this new publishing house. But we controlled everything else and therefore all aspects of the processing. And then we were free in the aesthetic choice of volumes and titles.
In Greek Anatolia means: the east
S.B. Our idea was to make Eastern European literatures to be known.
Which authors were particularly important to you?
S. B. The American writer Frances Kennedy Fisher, the Russians Serguei Dovlatov and Joseph Brodsky, the Spaniard Antonio Machado, the Italian Sibilla Aleramo, among others …
What were the biggest hits?
S. B. Célestine, histoire d’une femme du Berry by Gillian Tindall and Eloge des femmes mûres by Stephen Vizinczey.
The history of your publishing house has been a bit complicated. Can you sum it up?
SB In the beginning, it was a small independent structure that I directed with Valérie Berranger, from 1992 to 1996. After that, it was integrated as an imprint in the Editions du Rocher group from 1996 to 2006. Finally, from 2009 to 2011, it was integrated into the Libella group and then into the Alphée group. The adventure ends with the death of Jean-Paul Bertrand …
You have just published a travel story entitled Continent Italia (for Editions Stock in Paris). What are your links with Italy that you have intended to highlight most?
S. B. Before, when I wrote Alphabet triestin, I tried to make a personal, literary and historical exploration of Trieste and the Trieste hinterland. This new book is a sentimental journey throughout Italy that has been completed in installments over several years. I have used many memories that can be traced back to the time of the discovery of this country when I was fifteen.
Samuel Brussell, scrittore viaggiatore di Haïfa
Samuel Brussell è nato a Haïfa nel 1956. Ma ha scelto di vivere in Europa. È stato – e lo è tuttora – un viaggiatore impenitente. I suoi viaggi non hanno niente a che fare con quelli di Stendhal. In comune hanno solo questa dimensione in parte autobiografica. Il caso, gli incontri inaspettati, qualche aneddoto gli offrono il materiale di cui ha bisogno per andare avanti nella composizione del suo libro. Soprattutto nel caso di quest’ultima opera di finzione, Continent’Italia, totalmente diverso da altri libri simili con lo stesso oggetto.
L’Italia di Samuel Brussell
Una visione molto personale della penisola italica. Esso è costruito come una specie di filastrocca strana che lo porta a non fare una descrizione precisa del suo percorso, ma a passare da un’associazione all’altra. Bisogna ricordare il suo Alphabet triestin uscito un Francia nel 2011. Si tratta di un uomo molto colto, ma che non cerca mai di trovare un filo logico nel suo discorso. Non ci fa visitare quasi nulla – niente monumenti, né musei, ma delle voci qualche volta strappate al volo, delle conversazioni brevi, uno spettacolo che vede passando lungo una strada o attraversando una piazza. Samuel Brussell è uno scrittore imprevedibile. E questo rende la sua prosa unica e deliziosa. Ma è anche un personaggio che ha avuto un ruolo notevole nell’editoria parigina.
Facciamo qualche domanda a Brussel: come è arrivato alla letteratura ?
SAMUEL BRUSSEL: Nel modo più naturale; ho sentito il bisogno di scrivere e mi sono messo a scrivere. Ho finito con l’essere pubblicato in varie riviste. Poi è arrivato l’invito di Manuel Carcassonne, ho mandato il manoscritto di Généalogie de l’ère nouvelle. Fu accettato e pubblicato. Non era un romanzo comune, ma piuttosto l’esperienza d’una vita. Gli altro libri che ho scritto dopo sono stati spesso fedeli a questa idea che narra viaggi, letture, incontri.
Come è nata la sua casa editrice chiamata Anatolia?
S. B. Un colpo di testa! L’ho creata con Valérie Barranger nel 1992, dopo avere fatto mes premières armes nella casa editrice parigina Les Editions du Rocher con Jean-Paul Bertrand che, purtroppo, non c’é più. Mi propone di fare la distribuzione di questa nuova casa editrice. Ma noi controllavamo tutto il resto e dunque tutto gli aspetti della lavorazione. E poi eravamo liberi nella scelta estetica dei volumi e dei titoli.
Anatolia, in greco, vuole dire: l’oriente, l’est
S.B. L’idea nostra era di fare conoscere le letterature dell’Europa orientale.
Quali sono stati gli autori particolarmente importanti per lei?
S. B. La scrittrice americana Frances Kennedy Fisher, i russi Serguei Dovlatov e Joseph Brodsky, lo spagnolo Antonio Machado, l’italiana Sibilla Aleramo, tra altri…
Quali sono stati i successi più grandi?
S. B. Célestine, histoire d’une femme du Berry di Gillian Tindall e Eloge des femmes mûres di Stephen Vizinczey.
La storia della vostra casa editrice è stata un po’ complicata. La può riassumere ?
S. B. All’inizio, era una piccola struttura indipendente che ho diretto con Valérie Berranger, dal 1992 al 1996. Dopo di che, è stata integrata come imprint nel gruppo delle Editions du Rocher dal 1996 al 2006. Alla fine, dal 2009 al 2011, è stata integrata nel gruppo Libella e poi nel gruppo Alphée. L‘avventura si conclude con la morte di Jean-Paul Bertrand…
Lei ha appena pubblicato un racconto di viaggio intitolato Continent’Italia (per le Editions Stock di Parigi). Quale sono i suoi legami con l’Italia che ha inteso mettere maggiormente in rilievo?
S. B. Prima, quando ho scritto Alphabet triestin, ho tentato di fare un’esplorazione personale, letteraria e storica di Trieste e dell’hinterland triestino. Questo nuovo libro è un viaggio sentimentale dentro tutta l’Italia che si è compiuto a rate durante vari anni. Ho usato tanti ricordi che possono risalire al momento della scoperta di questo Paese quando avevo quindici anni.
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