Scultore di alto respiro che, con sagace antica civetteria – o forse autoironica diabolicità – tende a nascondere la consapevolezza delle sue sfide ai vari consolidati mainstream dell’arte plastica e, non meno, del disegno. Ecco un dato identificativo di Marcello Pietrantoni. Ma ho la forte impressione che analoga consapevolezza egli nasconda a proposito di una serie di componimenti brevi che potremmo dire annotazioni poetiche che nel tempo l’amorevole attenzione della figlia Cristina ha sottratto all’incuria. Sono momenti di vissuto profondo, al livello del pensiero e anche emotivo. Stati d’animo intensi che egli rapidamente annota riducendole all’osso, facendo in modo che ogni parola sia nello stesso tempo monodirezionale e simbolica, circostanziata e polivalente. Ma un altro elemento compositivo è importante sottolineare: il ritmo. Pietrantoni dà ai versi una precisa ragione ritmica; dà, per meglio dire, un’identità spazio-temporale che, nonostante l’intuibile rapidità della scrittura, scandisce il forte pattern tra stato d’animo, il suo ansimare e anche l’incorporarsi di esso sia nelle cose descritte con apparente nonchalance sia nell’ambientazione-atmosfera in cui tutto si scioglie e si solidifica. E ciò, a dispetto del fatto che il poeta ami esprimere una condizione attimale. E così: “le ombre/ già corrono verso le lucciole/ di questa/ ultima/ notte serena”.
An outstanding sculptor who, with wit and ancient coquetry – or perhaps self-deprecating and diabolical attitude – tries to hide the awareness of the challenges that over time he has been launching to the various established mainstream of plastic art and, no less, of drawing. This is one of Marcello Pietrantoni’s identification data. Anyway, I strongly feel that he is hiding a similar awareness about a series of short compositions that we could call poetic notes which the loving attention of his daughter Cristina has rescued from neglect. They are moments of profound experience, at the level of thought and emotions. They carry an Intense mood that he quickly notes by reducing them to the bone. In fact he makes each word be at the same time one-way and symbolic, detailed and polyvalent. But another compositional element is important to underline: the rhythm. Pietrantoni gives the verses a precise rhythmic reason; let’s say rather: a space-time identity that, despite the intuitive speed of writing, marks a strong pattern between mood, its panting and the fact that it forms a sole body with the things described and with the environment-atmosphere in which everything melts and solidifies. And this happens, despite the poet’s drive to expressing a moment condition. Hence “le ombre/ già corrono verso le lucciole/ di questa/ ultima/ notte serena” (the shadows / already run towards the fireflies / of this / last / serene night).
Nella mia casa
c’è una porta
vecchia e un po’ storta
dentro la stanza
cieli grigi
un tavolo di formica
come a febbraio
trovai
Parigi
Vacanze
Questo orologio sulla parete
batterà nell’ombra della stanza vuota
tutto il mese di luglio
tutto il mese di agosto
là
fuori
sarà caldo, caldo, caldo
addio casa
Osvald e poi?
libera nella terra nera
la margherita
sotto le querce
le ombre
già corrono verso le lucciole
di questa
ultima
notte serena
Questo giorno perfetto incastonato
nel rosario di luce che si sgrana
dai palpiti dorati dell’eterno
questa bionda raggiera in filigrana
questo giorno di sogni innamorato
la scia che avanza nel suo ritmo alterno
ombra, magica fiumana
che corre al nulla incognito e beato
Ora
dopo le dune
cerca il tuo ricordo più dolce
e con gesti esatti e lenti
guida il condor
oltre l’eco
della tua voce
All’alba
con passi svelti
verso il sole
sorge
con frastuono infernale
di luce
che cade sulle cose del mondo
lasciava un profumo antico
di calma eroica
Marcello Pietrantoni
Architetto e artista, nato a Brescia nel 1934. Mostre personali in varie città italiane (ad esempio, Venezia, al padiglione Italia della 54° Biennale, e Palermo, Biennale, prima edizione, 2013) e a Parigi, Berlino, Bruxelles, San Francisco, New York, Londra. Tra i numerosi contributi critici, quelli di Andrea Branzi, Gilio Dorfles, Umberto Eco, Mia Lecomte, Alessandro Mendini, Francesca Alfano Miglietti, Monique Mizrahil, Elena Pontiggia, Pierre Restany, Roberto Sanesi, Carmelo Strano, Alain Viray, Maurizio Vitta, Stefano Zecchi.
Marcello Pietrantoni
Architect and artist, was born in Brescia in 1934. Solo exhibitions in various Italian cities (for example, Venice, 54th Biennale’s Italian pavilion, and Palermo, Biennale, first edition, 2013) and also in Paris, Berlin, Brussels, San Francisco, New York, London. Among those who wrote critical testimonies and investigations there are Andrea Branzi, Gilio Dorfles, Umberto Eco, Mia Lecomte, Alessandro Mendini, Francesca Alfano Miglietti, Monique Mizrahil, Elena Pontiggia, Pierre Restany, Roberto Sanesi, Carmelo Strano, Alain Viray, Maurizio Vitta, Stefano Zecchi.