È aperta la stagione degli incendi: è passata una settimana e la Sardegna ancora brucia. L’Oristanese, nonostante l’impegno ininterrotto dei soccorritori, non trova pace e le fiamme, trascinate dallo scirocco, hanno già invaso e incenerito oltre 20 mila ettari di terreno, costringendo 1500 persone ad abbandonare le proprie abitazioni.
“Uno dei più gravi disastri naturali mai accaduto in Sardegna” – afferma il governatore Christian Solinas – che si dice vicino “a tutti coloro che sono impegnati con abnegazione nella lotta a questa emergenza che ci minaccia in modo vile e violento” e che ha indotto la Regione, nella notte di domenica (25 luglio ndr) a dichiarare lo stato di calamità.
Operativi vigili del fuoco, carabinieri, protezione civile, polizia e corpo forestale, per un totale di 7500 unità, affiancati da venti mezzi aerei tra elicotteri e Canadair. Tutti lavorano instancabilmente nel tentativo di placare le fiamme che, alimentate dai venti e dalle temperature estreme tipiche della stagione, si diffondono inesorabilmente. “Gli incendi sono attivi su diversi fronti” – dichiarano i vigili del fuoco – e la fine sembra ancora tragicamente lontana.
La procura di Oristano indaga
Le fiamme sembrano essere partite da un’auto fra Bonarcado e Santu Lussurgiu e da lì si sono propagate fino a coinvolgere più di dieci comuni. E, nonostante l’incendio sia stato prontamente domato, la stessa notte si è riacceso violentemente in tre focolai. La procura di Oristano ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di incendio colposo aggravato. Non ci sono indagati, ma occorrerà stabilire come l’auto possa aver preso fuoco e perché e, soprattutto, come mai l’incendio sia riesploso dopo esser stato domato.
Quel che è peggio è che il caso sardo non è affatto isolato. D’estate, infatti, in tutto il meridione gli incendi sono drammaticamente frequenti. Le cause sono quasi sempre la siccità e le temperature roventi e a questo punto è naturale domandarsi – come ha fatto qualche anno fa l’ex presidente della regione Sicilia Rosario Crocetta – “perché gli incendi scoppiano sempre di notte?”. E se a questo si aggiunge il gran numero delle condanne per reati contro il patrimonio – tra cui l’incendio doloso – che riguardano una buona percentuale tra gli addetti al controllo forestale, la trama si fa sempre più fitta e inquietante.
All’Italia il record degli incendi
Il meridione brucia e i motivi sembrano essere svariati. Ai fattori umani e politici si sommano i ben più universali problemi legati al cambiamento climatico. L’Italia non è certo la sola nazione a dover combattere con le fiamme, come dimostra il gigantesco incendio scoppiato questo mese a Cipro, tuttavia registra dati da record, con le punte di oltre settemila interventi in Puglia, circa seimila in Sicilia e tremila in Calabria. Ogni anno la stessa storia, ma “la storia – come scriveva Gramsci – non ha scolari” e ogni estate le regioni si rivelano impreparate.
Intanto aumentano gli ettari di macchia mediterranea carbonizzata e i danni alla fauna sono incalcolabili. È ufficiale, dunque, anche quest’anno la stagione degli incendi è aperta.