Simone Forti at Pecci Center

la foto a colori mostra due poltrone ricoperte rispettivamente da un telo giallo e un telo fucsia, un'opera d'arte simile ad un anello posta su un piedistallo verde chiaro e uno schermo che riproduce un'immagine di gente in lotta come nel rugby
Simone forti. Senza fretta 19 giugno -29 agosto 2021 installationview al Centro per l’arte contemporanea Luigi PECCI di Prato, phElaBialkowska, OKNOstudio

In the era of liquid dance, likely society is – to quote Zygmunt Bauman – or of post-dance, if you prefer, a vague terrain where all the arts now intersect, the Centro Pecci in Prato has realized an exhibition to one of the pioneers of the performance since the end of the Fifties, the multi-artist Simone Forti.

Born in Prato in 1935, when very young she emigrated with her family to Los Angeles to escape Fascism’s racial laws. She is absolutely considered as a top personality of the post-modern scene: dancer, choreographer and writer, forerunner for future generations of performers, intellectual-thinkers.

Simone Forti on display at the Pecci Center

The first major ever exhibition in Italy dedicated to this seminal figure is available until August 29th, under the title Without Haste, curators Luca Lo Pinto and Elena Magini. Drawings, sculptures, videos show her fervent and coherent creative versatility.

For the opening some of her most representative works have also been revived: Scramble, Sleepwalkers / Zoo Mantras, Song of the Vowels, Cloths, Rollers. In Forti’s curriculum there are names of the first rank in the American cultural panorama, such as Anna Halprin, Merce Cunningham, John Cage, Nam June Paik, Steve Paxton, Monte Young, Monte Young, Trisha Brown. Also it is worth mentioning her early contribution to the Fluxus movement.

The cultural habitat

In 1960 she performed her seminal Dance Constructions series at the Reuven Gallery in New York, where Jim Dine and Claes Oldenburg exhibited. In that place Robert Morris and Yvonne Rainer offered See Saw and Simone herself with Patty Mucha, then Oldenburg’s wife, Roller Boxes, then only Rollers, with the participation of the public. On that occasion, people talked about “Thinking with the body”.

Audience development-engagement and today’s thinking body certainly lead you back to those roots, in New York, which at the turn of the century had replaced Paris as the city of the avant-garde.

A Plural Artist

Since the 1960s, Simone Forti has therefore carried out a great deal of experimental work, which is based on the experience of the body as a means of knowledge. Her work has declined through a wide range of different media, from painting to drawing, from video to sound, but the physical expression practiced through dance, and in particular the ability of the body to improvise, has always been the fundamental key in her artistic path.

In 1974 Simone Forti published a very interesting text, Handbook in Motion. Her works are part of Moma’s permanent collections as well as Whitney’s. You can also see her works at the Stedelijk Museum in Amsterdam and the Moderna Museet in Stockholm.


Nell’epoca della danza liquida, come la società, per dirla con Zygmunt Bauman, o della post-danza, se si preferisce, un terrain vague dove ora tutte le arti si incrociano, il Centro Pecci di Prato dedica una mostra a una delle pioniere della performance già dalla fine degli anni Cinquanta, la pluri-artista Simone Forti.

Nata a Prato nel 1935, emigrata molto piccola con la sua famiglia a Los Angeles per sfuggire alle leggi razziali del fascismo, è assolutamente riconosciuta come personalità apicale delle scene post-modern, danzatrice, coreografa e scrittrice, apripista per le future generazioni di performer-intellettuali-pensatori.

Fino al 29 agosto si può visitare finalmente la prima grande mostra in Italia dedicata alla sua figura seminale, Senza fretta, a cura di Luca Lo Pinto e Elena Magini.

Disegni, sculture, video danno conto della poliedricità fervida e coerente della sua ispirazione creativa.

L’habitat culturale

Per l’apertura di questo omaggio, sono anche stati ripresi alcuni dei suoi lavori esemplari, Scramble, Sleepwalkers/Zoo Mantras, Song of the Vowels, Cloths, Rollers.

Nel curriculum di Forti ricorrono nomi di primo rango nel panorama culturale americano, Anna Halprin, Merce Cunningham, John Cage, Nam June Paik, Steve Paxton, la Monte Young, Trisha Brown, senza dimenticare il suo precoce contributo al movimento Fluxus.

Nel 1960 presentò la sua fondamentale serie Dance Constructions alla Reuven Gallery di New York, dove esponevano Jim Dine e Claes Oldenburg; qui Robert Morris e Yvonne Rainer offrirono See Saw e Simone stessa con Patty Mucha, moglie allora di Oldenburg, Roller Boxes, poi solo Rollers, con la partecipazione del pubblico. Si parlò già, in quell’occasione, di “thinking with the body”.

L’audience development-engagement e il corpo pensante odierni risalgono certo a quelle radici, nella New York che alle soglie del ‘68 aveva sostituito Parigi come città delle avanguardie.

Un’artista Plurale

A partire dagli anni Sessanta Simone Forti ha portato dunque avanti un grande lavoro sperimentale, che si fonda sull’esperienza del corpo come mezzo di conoscenza. La sua opera si è declinata attraverso una vasta gamma di media diversi, dalla pittura al disegno, dal video al suono, ma l’espressione fisica praticata attraverso la danza, e in particolare la capacità di improvvisazione del corpo, ha costituito sempre la chiave fondamentale nel suo itinerario.

Simone Forti ha pubblicato nel 1974 il prezioso testo Handbook in Motion; e i suoi lavori sono, tra l’altro, nelle collezioni permanenti del MOMA e del Whitney Museum di New York, dello Stedelijk Museum di Amsterdam, del Moderna Museet di Stoccolma.

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ELISA GUZZO VACCARINO
Laureata in filosofia, ha insegnato storia ed estetica della danza in università italiane e straniere e alla scuola di ballo della Scala di Milano. Si occupa di danza per Quotidiano Nazionale, periodici e riviste specializzate, scrivendo anche libri. Collabora con la Biennale Danza di Venezia e il Premio Carla Fendi di Spoleto. È membro del Consiglio Superiore dello Spettacolo presso il Ministero dei Beni Culturali.