Gli anziani isolati, stressati e depressi a causa del Covid-19
Isolati in casa, lontani dagli affetti di figli e nipoti, senza poter incontrare gli amici e con il rischio che il peso della solitudine generi stress e depressione, oppure liberi di uscire ma con il rischio di ammalarsi di Covid-19, una malattia particolarmente aggressiva dopo i 70 anni: “è drammatica la scelta che la pandemia impone agli anziani”. Sebbene le alternative imposte dalla pandemia siano dure per tutti, bisogna considerare che non tutti gli anziani sono uguali e che le tecnologie, dagli smartphone ai social media, possono essere di grande aiuto.
“Ci sono anziani che possiamo considerare a bassa fragilità, sia psicologica che fisica, e altri a più alta fragilità, o perché hanno patologie o per lo stato mentale ed emotivo delicato”.
La mancanza di contatti e di esercizio fisico
“In generale gli anziani sono le persone più vulnerabili al Covid-19”, ed è anche vero che “l’isolamento è un fattore di rischio importante per problemi mentali come ansia e depressione”. Essere costretti in casa, poi, potrebbe esporre a un generale declino cognitivo e la mancanza di movimento potrebbe avere conseguenze sul sistema cardiovascolare, come sul sistema nervoso autonomo e sull’attività respiratoria”. Sono condizioni di isolamento sociale che sono state studiate molto bene anche negli individui più giovani, per esempio nelle simulazioni degli effetti sugli astronauti del lungo viaggio verso Marte: “all’isolamento sociale va aggiunto il confinamento spaziale – ha detto l’esperto – perché non tutti gli anziani sono confinati in ambienti piacevoli: alcuni vivono in realtà problematiche, mentre altri hanno la fortuna di abitare in campagna o in piccoli centri”. Le simulazioni del viaggio su Marte hanno permesso di capire anche gli effetti dell’isolamento sul sonno.
L’importanza delle nuove tecnologie
La tecnologia, però, può aiutare molto. Tablet e smartphone possono aiutare a superare la solitudine, grazie a videochiamate e chat: “possono essere terapeutici e studi hanno dimostrato che gli anziani che hanno la possibilità di chattare hanno meno disturbi dell’umore e meno deficit cognitivi”. “Sarebbe importante favorire gli anziani nell’acquisto di tablet o smartphone e, accanto ai volontari che li aiutano con la spesa, sarebbe bello vederne altri disposti a insegnare agli anziani a utilizzare questi mezzi”.
Domenico Rusciano è psicologo, neuropatologo e medico di Medicina Generale.