Una serie passata sotto traccia dalle sfaccettature curiose.
La serie muove da un teen drama, ma lambendo elementi fiabeschi e soprannaturali senza per questo causare un polpettone indigeribile. E non è cosa semplice. Sarebbe stato molto facile rovinare la genuina tensione narrativa che scaturiva dall’incipit iniziale, ma, a parte alcune lungaggini, si risveglia con alcune idee piuttosto originali.
Le scelte musicali funzionano da chiave per certe svolte narrative, l’alchimia tra i personaggi e le situazioni in cui si trovano hanno tratti interessanti e divertenti. Non guasta un finale non falsamente consolatorio. Lutti e scelte difficili non vengono censurati, il tema della deità pagana viene ri-contestualizzato in modo sfizioso.
Alcune forzature in senso giovanilista, evitabili.
La relazione con una matrice letteraria. Fillory dona epicità alla serie. Importante la citazione di Narnia con una pendola al posto di un armadio pieno di cappotti.
Una rivisitazione meno infantile degli elementi fiabeschi. Fauni e fate possessori di una attiva sessualità.
Esplora i rapporti amicali e i desideri a volte appagati e a volte frustrati.
La morte non è la fine ma rimane un insuperabile elemento di separazione.
La magia affascinante quanto pericolosa. Tutto si paga e la serie ce lo ricorda molte volte.
Sarebbe stato interessante se fosse stato tutto un grande incantesimo concertato per insegnare a questi inquieti ragazzi a diventare adulti. Interessanti l’approccio alle diverse sessualità.
vedi anche:
https://it.wikipedia.org/wiki/The_Magicians