San Siro era una doverosa ma piacevole passerella per qualsiasi sindaco. Non più, ora il calcio è in uno stato comatoso. Il crollo degli incassi da botteghino è stato verticale. Le mancate entrate per le partite a porte chiuse sono costate 10 milioni di euro al Milan e 13 milioni di euro all’Inter. Fortunosamente l’Inter ha recuperato 10 milioni di euro grazie a una polizza per stadi vuoti. Un colpo di fortuna e previdenza.
Del Monza, neoacquisto di Berlusconi e terza squadra dell’area metropolitana di Milano, non si hanno notizie, ma i conti in rosso sono certi.
Il crollo del merchandising segue. Il Milan ha perso 3 milioni, l’Inter il doppio.
Altro capitolo i diritti TV. Ci si aspettava un aumento dell’audience, invece è avvenuto il contrario. Sky, Img e Dazn non hanno voluto pagare per questa ragione l’ultima quota relativa al campionato scorso: 230 milioni di diritti. Ora si sta negoziando però; l’accordo si prospetta verso una cifra inferiore.
Infine gli sponsor. Quasi il 20% degli incassi della Serie A vengono dai grandi sponsor ma ora sono delusi e non più invogliati dal calo degli ascolti TV.
Entro i primi di dicembre le squadre di calcio dovranno saldare gli stipendi del primo trimestre del campionato in corso. Per Milan e Inter, molto strutturate, è una botta. Si sta lavorando sui costi che generalmente per Milan e Inter valgono qualcosa di più del 50% delle uscite. Il calcio mercato ha sempre assicurato una crescita dell’attivo grazie a compravendite milionarie. Ora non da ristoro. Il Covid spinge al ribasso gli ingaggi e soprattutto le valutazioni dei calciatori. La prudenza è d’obbligo.
Ultimo capitolo i debiti, circa 4 miliardi di euro per le 20 squadre di Serie A. Milan e Inter hanno molti più debiti che capitale versato. Le banche, fino ad ora, hanno chiuso un occhio. I due club sono delle istituzioni insostituibili nel panorama di Milano. I presidenti di Milan e Inter, Paolo Scaroni e Steven Zhang, si dicono pronti a mettere mano al portafoglio. Paolo Berlusconi per il Monza assicura un aumento di capitale immediato, se necessario.
Nella storia di Milano c’è un‘immagine che ricorre senza interruzione dall’ultimo dopoguerra, quella del sindaco di turno che segue il derby tra le squadre milanesi. Per ogni sindaco il pallone non è stata mai ragione di preoccupazione. C’era sempre qualche industriale o finanziere, nella categoria del presidente mecenate, che finanziava la squadra del cuore. I Moratti, Fraizzoli, Berlusconi sono solo alcuni che hanno deciso nel passato di assolvere a questo ruolo. Altri erano i problemi che la città doveva affrontare e che il sindaco era chiamato a risolvere. Non più, al suo tavolo è anche approdato lo stato di salute delle società calcistiche cittadine.