La nuova parola dell’anno 2020
Nei giorni scorsi, il dizionario inglese Collins ha indicato “lockdown” come parola dell’anno 2020. Nulla di cui stupirsi: le parole sono espressione e riflesso della realtà che ci circonda. Ma non solo. Le parole contribuiscono esse stesse a sostanziare la realtà, a darle forma. Vale a dire che le parole hanno “un peso”, pur essendo fisicamente intangibili.
Lo testimoniano le discussioni scatenate da alcune recenti scelte lessicali del governo. Pensiamo all’adozione del termine “coprifuoco” per indicare il divieto di circolazione notturna in questa seconda ondata: non pochi hanno accusato il governo di evocare con esso degli scenari di guerra (sarà forse perché in guerra ci sentiamo?).
Le dichiarazioni dei politici
I politici d’altronde per il loro stesso ruolo sono chiamati ad essere degli abili dosatori di parole: il rischio è di incorrere in accuse di negazionismo, complottismo, allarmismo. Il ministro della salute Roberto Speranza un po’ di tempo fa ha usato la parola “terrificante” per descrivere la curva dei contagi: una parola che inevitabilmente trasmette un senso di allarmismo, di situazione fuori controllo. Il presidente della regione Liguria Giovanni Toti, di recente, ha scatenato una bufera definendo in un tweet gli anziani come “non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese”.
Il recupero di vecchi significati
Tutta questa attenzione, talvolta polemica, suscitata dalla scelta delle parole, testimonia una rinnovata attenzione al lessico e alla lingua. In questo contesto termini di uso comune recuperano vecchi significati: per esempio il termine “ristoro” che, “sorpassando” il significato comune, è stato scelto per indicare il risarcimento economico che, si spera, andrà in aiuto delle categorie economiche più colpite dalla crisi. E che, tra parentesi, sembra recare con sé l’idea di un sollievo, di un conforto dalle fatiche e dalle pene di questo periodo.
600 nuove parole
Vecchi significati vengono rimessi in circolazione e nuove parole vengono coniate: tra nuove parole entrate fortemente nella vita quotidiana come droplet e lockdown e nuovi significati nell’edizione 2021 del vocabolario Devoto-Oli entreranno 600 nuove parole. Il “potere” delle parole è tale che registrare le keyword più cercate sul web potrebbe addirittura aiutare a prevedere un eventuale focolaio e diventare la nuova frontiera del tracciamento anti-covid.
Dunque sì, le parole hanno un peso. Ne è ben consapevole Winston, il protagonista del romanzo 1984. Nel regime in cui Winston vive, si parla una “neolingua”estremamente povera in cui il numero di parole è ridotto al minimo e il significato di ogni parola è rigidamente definito. L’impoverimento del linguaggio ha lo scopo di ridurre la sfera di pensiero del popolo rendendo impossibile immaginare dei cambiamenti. Ben vengano allora l’evoluzione della lingua e l’aumento delle parole nei dizionari. Speriamo solo che nel 2021 la parola dell’anno non sarà più “lockdown”.