Sto pensando di finirla qui (I’m Thinking of Ending Things) , ultima fatica del geniale quanto imprevedibile Charlie Kaufman (già sceneggiatore di pregio con Essere John Malkovich) risulta la consecuzione ideale della poetica dell’autore.
Il motto di questo narratore prodigioso sembra essere:
“Non c’è viaggio più profondo e avvincente che entrare nella testa della gente”.
E così tutto ciò che tocca, che sia una sceneggiatura originale o un adattamento da un libro, come in questo caso, diventa immersione totale nelle sensazioni e pensieri di qualcun altro.
E’ una delle missioni dell’arte cinematografica, come della letteratura, farci assaggiare vite altrui ed, in questo modo, fornire funzione di catarsi anche delle peggiori esperienze umane.
La fine di cui si parla sembra essere, “in primis” quella di una coppia, ma durante lo svolgersi della trama, la vicenda della coppia sembra diventare sempre più destrutturata. Fino a svelarsi come composizione onirica e interiore di un uomo carico di rimpianti ed esperienze insipide e demotivanti.
Il senso e il fascino del film è fatto di cambi di ritmo, di cambi di stile registico e sensazioni impalpabili come un quadro di Edward Hopper. Non succede nulla ma un nulla carico di significato.
L’abilità del regista sta nel servirci, con fare disimpegnato, una composizione fatta di rimandi (musical, cartoni animati, fini disquisizioni intellettuali, commedia, horror e thriller psicologico) e ottime suggestioni.
I due protagonisti potrebbero essere interpretati anche come due parti della stessa persona. Lei “l’anima” o “lo spirito”, sfuggente e femminile, intrappolata in un rapporto stantìo con lui, “il corpo”, pesante e bolso, legato ai genitori e ai suoi ricordi e abitudini.
Entrare in questo mondo interiore senza essere avvertiti e scoprire solo alla fine chi è il vero protagonista della storia lascia uno strano sapore in bocca e richiede un tempo digestivo considerevole. Proprio per questo è un film che non può essere facilmente archiviato in soffitta.
Consigliato a chi ha apprezzato “Se mi lasci ti cancello” (pessimo titolo) e “Anomalisa”.