Nelle scorse “puntate” della rubrica, specie nella drammatica fase acuta della pandemia, abbiamo parlato dell’importanza della logistica e della filiera alimentare italiana. Ma queste filiere, dal campo al supermercato, non sono soltanto produzione ma sono anche momento artistico e d’amore per il prossimo. Con tanta Italia nel cuore, anzi, con tanta Sicilia nel cuore.
“L’arte è buona ed emozionante come il pane. Abbiamo bisogno dell’arte, così come abbiamo bisogno del cibo”. Così nasce il progetto #10cents – ART AT THE SUPERMARKET, da un’idea di Giuseppina Giordano, artista indipendente e artist-in-residence al Massachusetts Museum of Contemporary Art (Usa), che durante il lockdown, trascorso in Sicilia – a Mazara del Vallo – ha pensato ad un modo originale di restituire visibilità ai numerosi artisti colpiti dalle gravi conseguenze della crisi sanitaria del coronavirus, che hanno portato alla chiusura di gallerie e musei, oltre che alla sospensione delle mostre.
Da qui il messaggio radicale di un progetto artistico dalla forza surreale: “l’arte è importante come il pane!”. Il progetto internazionale si sviluppa seguendo la volontà di unire due ambiti tra loro molto lontani: da una parte il supermercato, luogo della quotidianità vissuto da tutti, dall’altro quello dell’arte, per antonomasia relegato ad una sfera elitaria ed appannaggio di pochi. Il progetto della Giordano rappresenta, dunque, un nuovo tentativo di avvicinare al mondo dell’arte contemporanea un pubblico più eterogeneo, coinvolgendo artisti, operatori culturali, collezionisti in un processo di compenetrazione tra creatività e quotidianità, riportando l’arte ad una dimensione di esplicita accessibilità.
#10cent è una mostra site-specific itinerante di arte e filantropia, nella quale vengono coinvolte le principali figure della filiera artistica, concepita per “saziare” le persone – ovvero i consumatori –ed enfatizzare il messaggio che la cultura non può vivere solamente sul digitale. Come la stessa Giordano racconta,“#10cents afferma l’importanza di un incontro con la fisicità dell’opera d’arte e nasce da una riflessione sull’accessibilità di quest’ultima e sul pubblico dell’arte contemporanea in risposta alla proliferazione di contenuti digitali e alla chiusura dei luoghi deputati all’arte”.
L’edizione pilota del progetto, tenutasi dal 23 maggio al 1°giugno 2020, ha ospitato, tra gli scaffali del piccolo supermercato Migros di Mazara del Vallo, le opere di Pietro Consagra, Cose Cosmiche, Federica Di Pietrantonio, Domenico Laterza, Tania Lombardo e Matteo Pizzolante, installazioni che si andavano ad intervallare ai prodotti alimentari, con il contributo sonoro delle voci di curatori e critici. La formula è semplice e per questo è diventata rapidamente virale. Nuove esposizioni saranno infatti presto allestite nei supermercati di altre svariate città italiane, ma anche a Seoul, Los Angeles, Londra, San Francisco, Sidney, Atene, Helsinki, Montreal.
“Il progetto nasce inclusivo e gratuito per sottolineare l’interdipendenza tra pubblico e arte. Fasce di popolazione che mai si avvicineranno ai musei per come oggi sono concepiti incontreranno l’arte per la prima volta e ognuno ne farà esperienza in maniera diversa”.
L’arte è un bene di prima necessità e la mostra comunica il messaggio in modo diretto, presentandolo negli unici luoghi che non abbiamo mai smesso di frequentare anche nei mesi di lockdown.